ROBERTO OLIGERI
Cronaca

Scheletro trovato in un’auto. Ricerche col metal detector

Decisiva la prova del Dna per stabilire se si tratta di Angelo Paolo Luciani. Il ritrovamento della Y10 con all’interno i resti è stato fatto da un gruppo di amici.

Sulla vicenda indagano i carabinieri della Compagnia di Carrara (foto d’archivio)

Sulla vicenda indagano i carabinieri della Compagnia di Carrara (foto d’archivio)

I luoghi dove lo scorso sabato alcuni escursionisti hanno scoperto i resti di uno sconosciuto sono davvero desolati nei boschi a nord di Ponzanello. Una zona di crinale, fra mare e montagna sferzata da venti di tramontana e libeccio un tempo coltivata a farro e sfruttata a pascolo, oggi ricoperta da ginestre ed arbusti spinosi.

E’ lì che un paio di amici con la passione del metaldetector, proprio nel sabato che anticipa la Pasqua, improvvisamente hanno scorto la sagoma di una vecchia auto nascosta dall’intricata vegetazione da cui era avvolta. Spinti dalla curiosità, hanno gettato un’occhiata all’interno del mezzo abbandonato e fatiscente ed è stato lì che sono trasaliti. Al posto del conducente infatti giaceva uno scheletro; quanto restava di un essere umano. Il tempo di dare l’allarme e sul posto giungevano carabinieri, autorità e personale addetto alle pompe funebri.

La memoria degli investigatori è tornata indietro nel tempo e l’attenzione si sarebbe focalizzata su un cinquantenne di Sarzana, Angelo Paolo Luciani, di cui si erano perse le tracce dalla sera del 3 novembre del 2015, da ben 10 anni dunque. Di lui si erano occupate per lungo tempo le cronache dei giornali e la nota rubrica televisiva “Chi l’ha Visto?“. Purtroppo, senza segnalazioni di rilievo.

A quanto pare, l’auto sulla quale sono stati rinvenuti i poveri resti sarebbe proprio la Ypsilon 10 sulla quale il Luciani sarebbe partito da casa la sera in cui si sono poi perse le sue tracce. Il mistero di quella scomparsa era reso ancora piu’ inspiegabile dal fatto che l’uomo si era allontanato vestito ancora con abiti da casa e lasciando una pentola sui fornelli accesi come se prevedesse di rientrare a breve. Nel 2020 l’inchiesta sulla scomparsa era stata archiviata come “allontanamento volontario” ma la famiglia non si era mai rassegnata.

Gli inquirenti stanno lavorando sul caso, ad ogni modo, la risposta che svelerà il nome della persona a cui appartenevano quei resti celati fra Canepari e Ponzanello, sarà data dalle analisi del DNA già richieste dalla Autorità Giudiziaria apuana.

Roberto Oligeri