di Andrea Luparia
Da oggi inizia una settimana molto delicata per la giustizia italiana. A Massa come nel resto del paese scendono infatti in sciopero i Giudici onorari (in termine tecnico i Got). Nel Tribunale di Massa ci sono in tutto un quindicina di magistrati onorari con una netta prevalenza femminile (più o meno dieci donne e cinque uomini) a cui bisogna aggiungere i due Giudici di Pace. Per capire i motivi della loro protesta, basta un dato. Oggi come oggi un Got riceve dallo Stato italiano 98 euro lordi per cinque ore di lavoro. Se poi quel giorno lavora di più, l’importo raddoppia. E parliamo di un lavoro importante, dal quale dipende gran parte dell’attività del Tribunale. "Solo per fare qualche esempio – spiega Vanessa Castagna, un Giudice onorario del Tribunale di Massa – da noi dipendono le esecuzioni immobiliari e le sentenze civili, poi siamo i giudici tutelari da cui dipendono le sentenze sui minori, sulle curatele, i trattamenti sanitari obbligatori, le amministrazioni di sostegno, le autorizzazioni per i minori, ecc. Ma siamo anche nei collegi giudicanti, sia civili che penali. La nostra attività è a 360 gradi, o quasi".
A proclamare l’astensione dal lavoro sono state le Associazioni unite nella Consulta della Magistratura onoraria che in una nota scrivono che "nonostante la messa in mora della Commissione Europea per l’immediato riconoscimento, ai magistrati onorari in servizio, di tutte le tutele sociali ed economiche dovute per la funzione magistratuale espletata, il governo non ha risposto adeguatamente alle aspettative e non ha rispettato le iniziali intenzioni di porre fine ad un intollerabile sfruttamento che si protrae da decenni di legislatura in legislatura, di tavolo tecnico in tavolo tecnico. E’ tempo di ricominciare una nuova stagione di proteste, Così va letta anche la manifestazione del 24 a Roma, dove la magistratura onoraria si ritroverà per ribadire il suo profondo sdegno".
Faranno tutti sciopero i Giudici onorari di Massa? Difficile dirlo, anche perchè, è giusto ribadirlo sempre, lo sciopero è un diritto, non un dovere. Si saprà questa mattina.