ANDREA LUPARIA
Cronaca

Sciopero nel mondo del marmo Le richieste dei sindacati dopo l’ultima tragedia in cava

Il distretto del lapideo apuoversiliese si ferma ancora una volta per le tante morti sul lavoro. L’amarezza di Andrea Figaia della Cisl e il senso di impotenza di Paolo Gozzani della Cgil .

Sciopero nel mondo del marmo Le richieste dei sindacati dopo l’ultima tragedia in cava

di Andrea Luparia

Otto ore di sciopero, oggi, in tutto il distretto Apuo Versiliese del marmo. Una decisione presa dopo la drammatica morte, avvenuta sabato, di Ugo Orsi, il cavatore di 55 anni travolto da un masso nella cava F del bacino marmifero di Orto di Donna, nel versante orientale delle Alpi Apuane, in comune di Minucciano. Giusto ricordare che la cava F, con una decina di operai, è gestita dalla società “Bianco Royal spa“, di Carrara e da essa si estrae il marmo bargiglio e il venato. Appena saputo quando era accaduto, Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato una riunione urgente tra datori di lavoro, lavoratori, sindacati, istituzioni e Asl "per trovare una soluzione" alle troppe morti sul lavoro. Sarà elevata l’adesione allo sciopero? Probabile ma è impossibile fare previsioni. L’unica cosa sicura è che i tre sindacati contano di paralizzare l’attività sia a monte che in cava, anche se non ci saranno manifestazioni. Andrea Figaia, segretario provinciale Cisl, è netto: "Ancora un morto sul lavoro in cava, questa volta in Garfagnana, stesso distretto, stessa materia prima. La vittima era una persona esperta. E ancora una volta abbiamo le dichiarazioni rese dai livelli istituzionali, come se si potesse trattare il marmo con gli stessi standard comunicativi degli altri infortuni sul lavoro. Ancora una volta la stessa parola che riemerge: fatalità. Quante morti ancora dovremo registrare? E ora – conclude Figaia – non solo a Carrara, ma aumentando il numero delle cave aperte e i volumi di escavazione, anche in Garfagnana e in Versilia. La “Salvaguardia del Creato“ e il rispetto della vita umana il sindacato è come una voce che grida nel deserto".

Per la Cgil Paolo Gozzani, della segreteria regionale della Cgil e responsabile della sicurezza ricorda che "è doloroso e triste constare l’impotenza che registriamo ogni volta. In questo settore gli incidenti accadono troppo spesso. Dobbiamo fermarci, incontrarci e trovare modalità che arginino queste tragedie. Nel 2023 non si può andare a lavorare e morire. Lavorare vuol dire dare prospettive anche per i figli, non morire. Ma quando queste tragedie accadono non è una fatalità. Ci sono responsabilità: bisogna trovarle e fermarci tutti".