REDAZIONE MASSA CARRARA

Se ne va un pezzo di storia. E’ morta Anna Giusti. Storica commerciante

Domani alle 10 in duomo i funerali della gioielliera di via Verdi. Lascia le figlie Antonella e Lucia, i nipoti Federico e Alessandro e il genero Vittorio .

Anna Giusti a soli 12 anni fu staffetta partigiana: per tutta lavita ha difeso i valori di onestà e rettitudine

Anna Giusti a soli 12 anni fu staffetta partigiana: per tutta lavita ha difeso i valori di onestà e rettitudine

CARRARA

Lutto in città e nel commercio per la scomparsa di Anna Giusti, la storica titolare della gioielleria Fiori di via VII luglio. Anna aveva 92 anni ed era la commerciante più anziana della città: una vera e propria istituzione. A strapparla all’affetto dei suoi cari una malattia che l’aveva colpita negli ultimi mesi e che ha afffrontato con la grinta e la tenacia che l’hanno accompagnata nella vita. Lascia le figlie Antonella e Lucia Fiori, che l’ha sostituita nella guida della gioielleria, gli adorati nipoti Federico e Alessandro e il genero Vittorio. I funerali si svolgeranno domani alle 10 in Duomo.

Un calvario di qualche mese affrontato con il sostegno e l’amore delle due figlie e della famiglia che sia nella malattia che nella degenza al Noa non l’hanno mai lasciata sola. Antonella, giornalista che vive a Milano, per accudire la mamma, si è trasferita in città per più di un mese vissuto al capezzale. Il primo messaggio arrivato alla figlia Lucia è stato quello della sindaca Serena Arrighi che ieri all’alba ha voluto ricordare la cara Anna. Per tutta la giornata amici e conoscenti hanno voluto testimoniare l’affetto con un mesto via vai nell’abitazione di via Groppini dove Anna viveva con la famiglia della figlia Lucia. La stessa Lucia ha affidato ai social il messaggio più triste: "Nel tuo grembo ho iniziato la mia vita, in questo rifugio sicuro ho vissuto i primi nove mesi…e poi sempre insieme per più di 60 anni. Ciao mamma". Anna era nata il 24 luglio del 1932 e a 12 anni era già staffetta partigiana: in piena guerra portava ai compagni sui monti della Brigata Ulivi, comandata dallo zio Memo, Alessandro Brucellaria, cibo nascosto in una carrozzina. Aveva aperto la gioielleria nel 1958 assieme al marito Elio, orologiaio capo della categoria artigiani della Toscana. Era miracolosamente scampata alla tragedia di via Groppini in cui sotto le macerie morirono la nonna paterna Teresa Dunchi, due zii e la cuginetta di appena sei mesi. E proprio per il suo coraggio e per essere stata testimone diretta della strage la sindaca Serena Arrighi a gennaio consegnò un riconoscimento per la trasmissione della memoria di quel terribile giorno. Se ne va un esempio di donna tenace che in guerra e in pace ha sempre trasmesso valori di onestà e fermezza ai suoi cari. La salma è esposta per le visite alle onoranze Carraresi di via del Cavatore.