Cappuccino e sfoglia in terrazza, fronte mare. O meglio, fronte “relitto“ della nave cargo Guang Rong inclinata su un fianco che, fin dalle prime ore di mercoledì mattina, è diventata la nuova attrazione del posto. I tavolini in prima fila del bagno Venere sono già tutti presi e il ricambio è impressionante. Una coppia sorseggia del caffè fumante, mentre filma in diretta le operazioni di controllo del perimetro effettuate dalle squadre del soccorso subacqueo acquatico. In bassa stagione, a cose normali, stabilimenti balneari come quello sarebbero chiusi, ma dato il caso dalla portata eccezionale hanno deciso di riaprire i battenti. Si parla infatti in 48 ore di centinaia e centinaia di persone in pellegrinaggio, anche da altre città toscane, per vedere con i propri occhi il vascello incagliato sul pontile caro ai massesi. Curiosità? Rammarico? Disperazione? Ad un primo tentativo di comprensione del fenomeno potremmo dire che è un miscuglio di tutte queste sensazioni. Una tragedia può diventare attrazione alla stregua di un sito turistico da visitare? Basti pensare alla Costa Concordia che divenne ben presto un luogo di ’pellegrinaggio’ del cosiddetto turismo ’nero’. Ma andiamo avanti. Altri posti ambiti sulla spiaggia (anche se più scomodi per i granelli di sabbia che si insinuano nelle scarpe) sono quelli dove, ovviamente, la visuale è migliore. Dunque sulla ’cresta’ della duna di sabbia scavata dai ’cavalloni’ del mare. Un uomo segue passo passo le operazioni dal suo binocolo. Più avanti, due ragazze si voltano dando le spalle al cargo, alzano in aria lo smartphone, e scattano un selfie. Un uomo con un cagnolino in braccio è appoggiato alle transenne poste sull’arenile, al di là delle quali si stanno srotolando serpentoni di panne assorbenti da porre attorno alla prua, alla poppa e alla fiancata della nave per evitare che il gasolio si sversi nel mare nel corso delle operazioni di bonifica.
Sabrina e Aurora lavorano a Marina e hanno colto l’occasione della pausa caffè per fare un salto al pontile. "Siamo scioccate. Veniamo spesso a camminare sul lungomare – commentano Aurora e mamma Cristina che da Carrara sono tornate sul posto per il secondo giorno consecutivo –. Abbiamo sentito odore di gasolio e temiamo il peggio per il nostro mare".
"Vedere così il pontile fa male", dicono invece Piera e Lauro. "Mio figlio mi ha svegliato alle 4 e mezzo di mercoledì mattina dandomi la triste notizia – racconta Piera –. Siamo subito corsi per vedere con i nostri occhi. E’ il simbolo di Massa e dei pescatori che si vedevano appollaiati con la canna da pesca. Siamo preoccupati delle tempestiche di rimozione dell’imbarcazione e di ricostruzione della passerella sull’acqua. Quando tornerà a brillare?". Un pontile amato quanto dibattuto dopo i recenti lavori di riqualificazione. "C’è da dire che non era ancora stato completato. Per esempio mancava ancora l’illuminazione".
Intanto anche il bagno Nettuno ha aperto i battenti e ha già offerto una bevanda calda e uno spuntino a centinaia di persone. La sera della tragedia sua figlia Laura Tognoni, che ha preso le redini dello stabilimento balneare di famiglia, era là. "Stavamo tenendo sotto controllo la struttura, perché il mare faceva paura. Era molto agitato con onde alte 6 metri. Ad un certo punto mi è parso di vedere un peschereccio in balia delle onde invece poi ci siamo resi conto che si trattava di una nave cargo. E’ stato spaventoso e abbiamo temuto il peggio. Il primo pensiero è andato all’equipaggio che fortunatamente è stato messo in salvo". "Speriamo che se la portino via presto", sospira il padre di Tognoni, Aldovrando, dando un ultimo sguardo alla nave incagliata.
Ilaria Vallerini