Un intervento del valore complessivo di 5,6 milioni di euro, per 60 chilometri di nuove recinzioni anti-cinghiale e cancelli che Salt installerà complessivamente lungo 100 chilometri della A15 La Spezia-Parma. In base all’accordo stipulato dalla società concessionaria del tronco autostradale e la struttura commissariale straordinaria per la peste suina africana, nonché il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l’intervento servirà a chiudere i varchi che possano rappresentare potenziali punti di transito da parte dei cinghiali. Complessivamente sono 220 i varchi mappati da Salt nelle aree sottostanti i ponti e sovrastanti le gallerie e i vari sottopassi lungo il tratto. L’ufficio stampa di Salt, interpellato telefonicamente ieri, aggiunge che "entro fine anno sarà completato l’intervento che coinvolge complessivamente 10 ditte del territorio tosco-emiliano, alcune delle quali sono della Lunigiana".
Senza specificare quali siano le ditte locali interessate dall’opera di particolare complessità per la morfologia del territorio caratterizzato da valli boscate e corsi d’acqua, che fungono da corridoi naturali per la fauna, Salt risponde anche: "Stiamo dialogando con gli enti pubblici e privati per ottenere le autorizzazioni nel caso in cui l’intervento insista su aree pubbliche o su terreni di proprietà". Ma non è il caso degli enti locali lunigianesi, come riferisce il presidente dell’UCML e sindaco di Fivizzano, Gianluigi Giannetti: "L’Unione non ha competenza in materia ma trovo positivo l’intervento di Salt perché è molto pericoloso avere dei cinghiali lungo tutte le strade e ancor di piú le autostrade".
Quest’opera non sembra, però, trovare pareri unanimi nella politica locale, già chiamata in causa nei giorni scorsi dai capi caccia del distretto 9 di Mulazzo ricompreso nell’ambito territoriale di caccia ATC MS13: "Con poche eccezioni - avevano detto - nessuno ha sostenuto la nostra causa. Le elezioni regionali sono imminenti e ce ne ricorderemo". Le recinzioni, secondo loro, non possono sostituire gli abbattimenti. Ne è convinto anche l’assessore delegato alla Protezione Civile e sindaco di Tresana, Matteo Mastrini: "Sulla PSA si stanno investendo risorse nella direzione sbagliata. Mi lascia perplesso che dopo aver chiuso la caccia per evitare che i cacciatori diventassero vettori della malattia, si spendano milioni di euro per recintare i confini autostradali".
E, proprio a favore dei capicaccia, Mastrini aggiunge: "Resto convinto che sarebbe stato meglio spendere queste risorse per aiutare le squadre di caccia che si sono dovute sobbarcare i costi per la formazione e gli adeguamenti dei loro punti di raccolta dei capi abbattuti. Penso anche agli allevatori e coltivatori locali che subiscono danni e li riparano a proprie spese, perché non è previsto alcun risarcimento per chi non sia imprenditore agricolo".
Michela Carlotti