Sit-in in Regione per le Alpi Apuane: "Sbloccate il piano del Parco"

Associazioni ambientaliste protestano per salvare le Alpi Apuane dalle attività estrattive, chiedendo alla Regione Toscana un Parco che conservi la natura e promuova un'economia sostenibile.

Sit-in in Regione per le Alpi Apuane: "Sbloccate il piano del Parco"

Sit-in in Regione per le Alpi Apuane: "Sbloccate il piano del Parco"

Le associazioni ambientaliste sono pronte protestare sotto la sede della Regione Toscana per salvare le Alpi Apuane dalle attività estrattive. Il sit-in è già organizzato: appuntamento domani alle 16 davanti alla sede del consiglio regionale della Toscana a Firenze. Al centro della discussione il Piano integrato del Parco che "prevede la riduzione delle cave di marmo nel Parco di oltre il 50%, è fermo al Consiglio Regionale della Toscana. Ci sono pressioni per non approvarlo e continuare a scavare le montagne senza troppe regole all’interno di un Parco di importanza internazionale".

Un’iniziativa che mette insieme Cai, Legambiente, Wwf, Amici della Terra, Arci, Federazione Speleologica Toscana con l’adesione di Salviamo le Apuane. "Le Alpi Apuane – scrivono le associazioni nel volantino con cui lanciano l’iniziativa - splendida catena montuosa sorta dal mare milioni di anni fa, rappresentano un’eccellenza ecosistemica, naturalistica e paesaggistica d’importanza planetaria; nonché il serbatoio idropotabile più importante - per qualità e capienza - della Regione Toscana. Il Parco Regionale che dal 1985 le ricomprende - dato che l’attività di escavazione nelle aree naturali protette sarebbe vietata per legge - rappresenta un unicum in negativo nel panorama nazionale e internazionale, e lo scempio che si perpetua dentro e fuori i suoi confini, viene considerato uno dei 43 disastri ambientali più emblematici a livello mondiale. A causa delle miopi politiche ambientali portate avanti - a tutti i livelli - negli ultimi decenni su questo territorio, molti siti estrattivi ormai rinaturalizzati e chiusi da decenni sono stati riaperti o stanno riaprendo, portando ulteriori profitti milionari alla devastante industria mineraria, a discapito della salute delle persone e dell’ambiente".

Questo lo scenario di partenza che porta le associazioni a chiedere alla Regione Toscana "un Parco che svolga finalmente la sua funzione di conservazione della natura. L’immediato ripristino ambientale - anche alla luce della nuova legge (cit. Nature Restoration Law) - di tutti gli habitat compromessi: ad iniziare da quell’ormai dimezzato reticolo idrografico che ha portato alla diminuzione, distruzione e inquinamento, dell’elemento vitale acqua, che sulle Alpi Apuane rappresenta il bene primario per tutta la popolazione. La rapida adozione di un cronoprogramma per un’inderogabile conversione ecologica dell’economia locale, che porti l’industria del marmo fuori dal vicolo cieco dell’estrattivismo in tutto il territorio apuano, con la progressiva chiusura di tutti i siti estrattivi ancora attivi nel Parco e l’incentivazione di un modello economico fondato sul turismo sostenibile, sull’agricoltura biologica, sulla silvicoltura, sulla pastorizia, sull’economia civile e circolare".