Variante Sogegross, gli uffici tecnici del Comune di Massa tirano dritto e rimandano al mittente quasi, o tutte, le osservazioni presentate al piano di variante urbanistica adottato dal consiglio comunale ormai un anno fa. I documenti, ora in lettura da parte dei componenti la commissione urbanistica, sono pronti per tornare in consiglio comunale per il voto che possa dare l’ok alle controdeduzioni e quindi arrivare alla definitiva approvazione della variante. "Non accoglibile" è il refrain che accompagna quasi tutte le risposte degli uffici che solo nel caso della Regione Toscana e della Provincia si limitano a un "parzialmente accoglibile" ma solo per aspetti minori. Sul resto delle osservazioni non incassano nulla, ribattono colpo su colpo sulla possibilità di insediare il commercio all’ingrosso in zona industriale sostenendo che non sia in contrasto né con il Regolamento urbanistico né con il Piano strutturale o altri strumenti urbanistici in vigore.
Cerchiamo di prendere in esame alcuni dei passaggi più rilevanti di un documento che è comunque complesso, andando proprio nel cuore di quello che poteva essere lo ‘scontro’ istituzionale: le controdeduzioni alla Regione Toscana. Partiamo dal Pit che secondo la Regione dovrebbe tutelare il settore ‘industriale’. Per i tecnici la strategia del Pit è invece rivolta a "rafforzare la presenza industriale" e pertanto "non preclude l’insediamento nelle zone industriali di attività produttive non propriamente manifatturiere" e continuano "l’inserimento di un’attività di commercio all’ingrosso su di un lotto di 12.000 mq, in una zona industriale che complessivamente supera i 5.000.000 mq, non confligge con l’obiettivo del rafforzamento della tradizionale identità industriale".
Quando si parla di funzione produttiva nel Regolamento urbanistico? Qui si entra nel vivo. Per i tecnici "la destinazione "produttiva" non è riferita alle sole attività industriali artigianali, ma riguarda "le attività di produzione di beni e servizi" e altro ancora. Inoltre la legge regionale 65 del 2014 "dispone che gli strumenti di pianificazione urbanistica comunali o la disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni possono individuare aree nelle quali le categorie funzionali industriale e artigianale, commerciale all’ingrosso e depositi, nonché direzionale e di servizio sono assimilabili. Quindi, sotto questo aspetto, il RU opera in stretta osservanza di una disposizione di legge".
E il Piano strutturale per i tecnici prevede già in area Zia la possibilità di insediamento per il settore terziario connesso: "non si ritiene ci siano elementi oggettivi che possano escludere il commerciale all’ingrosso". Sono stati poi allegati alla pratica uno studio sui flussi di traffico e una dichiarazione della società secondo cui "la nuova unità Grosmarket creerà a regime 60/70 posti di lavoro con diverse figure professionali e addetti specializzati nei settori Direzione Cash, capi reparto, addetti rifornimento, Delivery, pickeraggio, logistica, servizio clienti, Horeca Account (venditori specializzati), autisti oltre agli addetti dell’indotto (imprese di pulizia, manutentori, trasportatori, security, etc.). La potenziale area di provenienza del fatturato del nuovo Cash&Carry non è limitata alla sola area di Massa ma include anche le province limitrofe; di conseguenza il nuovo fatturato aumenterà la necessità di forza lavoro nell’area di Massa rispetto a quello che è la situazione attuale, oltre al fatto che non ci saranno esodi da Massa verso altri Comuni, attirando nuovi operatori verso la città e creando valore per tutto il territorio".
Francesco Scolaro