"Soldati Apuani e Lunigianesi caduti sul Don: un libro per ricordare"

Libro di Andrea Draghi sui caduti della campagna di Russia: 770 alpini, bersaglieri e fanti, di cui 537 alpini di Apuania, ricordati con prefazione del generale Novelli e omaggio a tre carraresi. Una vicenda nota ma mai abbastanza.

Un libro per non dimenticare, dedicato a tutti morti sul Don nella campagna di Russia: alpini, fanti, bersaglieri, di Apuania, come in quegli anni, dalla fine del 1938 a inizio del 1946, si chiamava l’attuale provincia di Massa-Carrara. E’ il libro intitolato “Soldati Apuani e Lunigianesi caduti sul Don”, scritto da Andrea Draghi, alpino anche lui, geniere nella Tridentina a Trento, capogruppo della sezione di Filattiera dell’associazione nazionale alpini.

Sarà presentato oggi pomeriggio alle 17.30 a palazzo Binelli. E sarà presente l’alpino di Casola in Lunigiana Pier Giorgio Belloni, interverranno Enrico Isoppi, presidente Fondazione CR Carrara; la sindaca Serena Arrighi; il presidente della sezione ANA Alpi Apuane, Domenico Mori, l’autore del libro, l’alpino Andrea Draghi. Con la prefazione del generale di corpo d’armata Armando Novelli di Pontremoli, il volume è il frutto di una ricerca che ha senza dubbio richiesto un grande impegno. "Questo libro ha dato volto a nomi scritti su fredde lapidi di marmo", dice l’alpino Belloni.

E 770 è il numero complessivo che è stato accertato di caduti e dispersi tra alpini, bersaglieri e fanti; di cui 537 sono gli alpini caduti (176 di Carrara). Ma il libro di Draghi è anche un interessante omaggio nei confronti di tre carraresi di spicco legati quella nefasta campagna: si tratta del tenente colonnello Francesco Todisco (medaglia di argento al valor militare e croce di guerra) e i due sergenti Renato Musetti ed Elio Borgobello, entrambi insigniti della medaglia di bronzo al valor militare.

Quella degli italiani in Russia inquadrati nell’ARMIR è una vicenda nota ma mai abbastanza: nell’inverno del 1942 la ritirata di tre divisioni alpine (Julia, Cuneense e Tridentina) schierate sul Don diventa un dramma, molti i morti di stenti o congelati, altrettanti i dispersi, altri prigionieri in Siberia da dove non tornarono più. E ogni anno a gennaio, gli alpini ricordano la battaglia di Nikolajevka, in Ucraina, dove cercarono di rompere quell’accerchiamento sovietico.

Maurizio Munda