ANGELA MARIA FRUZZETTI
Cronaca

"Solo il dialogo evita il conflitto". L’Olocausto raccontato dai giovani

Emozioni alla commemorazione In Prefettura con la prosa e la musica dei liceali del ‘Rossi’ e del ‘Palma’

Emozioni alla commemorazione In Prefettura con la prosa e la musica dei liceali del ‘Rossi’ e del ‘Palma’

Emozioni alla commemorazione In Prefettura con la prosa e la musica dei liceali del ‘Rossi’ e del ‘Palma’

"Qualsiasi conflitto non si supera con la prevaricazione ma con il dialogo, l’accettazione delle differenze. Diversamente rischiamo di creare tra i giovani una fabbrica di odio e intolleranza. E questo non ce lo possiamo permettere" ha detto il prefetto Guido Aprea nella celebrazione in prefettura della Giornata della memoria dedicata alle vittime dell’Olocausto. Il prefetto ha voluto i giovani protagonisti attraverso le loro rappresentazioni, in musica e in prosa, per renderli consapevoli del significato della giornata: "Commemoriamo l’olocausto degli ebrei. Il momento più brutto nella storia dell’umanità. Qui si è superato il negativo dell’essere umano, qui l’umanità ha raggiunto il momento più basso della sua storia. Dobbiamo partire dai giovani, renderli consapevoli di ciò che oggi commemoriamo".

Gli studenti del liceo artistico musicale Palma e del Classico Rossi hanno coinvolto la sala con esibizioni toccanti. I giovani del ‘Rossi’ hanno portato in scena un estratto dal Diario di Anna Frank, per la regia del professor Gennaro Di Leo. Un pezzo forte che ha emozionato il pubblico. "Meglio di tante parole" – commentato il prefetto Aprea, ricordando che "abbiamo combattuto contro un virus vero, il Covid, che ha preso tutto il mondo. Ma il virus dell’odio, dell’intolleranza, del razzismo e dell’antisemitismo è molto più pericoloso. Dobbiamo interrompere questa spirale. Tutte le istituzioni della Repubblica hanno il compito di trasmettere il messaggio universale che è l’umanità, ricordarsi che siamo essere umani e nei contrasti la dialettica deve sempre prevalere".

Il vescovo Mario Vaccari, partendo dalla "tradizione ebraica", ha spiegato che "l’olocausto rappresenta un punto di arrivo e un punto di partenza. La grande domanda che ci si è posti è dov’era Dio, quel Dio della salvezza che interviene nel popolo di Israele, perché non ha agito; perché non ha aiutato il popolo eletto a superare questo. Una domanda che rimane nel cuore di tante persone. Dov’era quel Dio durante quei giorni terribili dell’umanità tutta. Da lì è nato un nuovo pensiero, un ‘umano’ che è comune a tutti, un umano che si costruisce attraverso il dialogo, la compassione, l’accettazione". Nella sala della Prefettura le massime autorità civili e associazionistiche, i sindaci. Il prefetto Guido Aprea ha consegnato ai familiari di Dino Vignali, internato nei campi di concentramento nazisti, la medaglia d’onore concessa con decreto del Presidente della Repubblica.

"La memoria fisica comincia a non esserci più – ha detto – . Oggi consegniamo la medaglia a un internato, Dino Vignali, ma la consegniamo al figlio e al nipote, anche questo è un messaggio per i giovani. Vignali non è stato un eroe ma un militare che dopo l’8 settembre 1943, data dell’armistizio, nello sfascio del sistema paese, ha scelto di stare dalla parte scomoda. Non ha accettato di far parte della Repubblica di Salò e gravitare nel regime nazifascista ma ha fatto una scelta diversa, ed è stato internato. Sono ottant’anni della fine dell’olocausto, che coincidono con la liberazione del campo di Auschwitz, l’arrivo delle truppe sovietiche che assistono ad una scena che non ha precedenti nella storia dell’uomo".

Angela Maria Fruzzetti