"Il trapianto è vita". Sul palco ieri, insieme a Boggi e agli altri intervenuti, anche due testimoni diretti dell’importanza dei trapianti. "Dico sempre che sono nato due volte, la prima quando sono nato, la seconda quando mia moglie mi ha donato un rene" ha raccontato Andrea Leonardi, a cui sedeva accanto la moglie autrice del gesto d’amore. "Quando ho saputo che aveva bisogno di un donatore di rene per me è stato automatico offrire il mio - gli ha fatto eco lei - ma ho dovuto sottopormi a tutta una serie di controlli per verificare che fossi sana. Oggi dico: non abbiate paura a donare, io sono la testimonianza che si può farlo ed essere sani come prima". Da quando ha ricevuto la donazione, Andrea può fare di nuovo la vita che faceva prima di entrare in dialisi: sciare, andare in bici, "da quando ero entrato in dialisi non potevo fare più nulla, una schiavitù".
Un’altra bella testimonianza è stata quella di Luca Bertozzi, che ha raccontato di essere rinato grazie a un trapianto da "samaritano", ovvero un donatore anonimo che si è presentato in ospedale per donare un rene (non a lui). Prima, c’erano stati quattro anni di dialisi all’ospedale Versilia, tre sedute a settimana, 3 ore e mezza l’una, un contratto di lavoro a tempo determinato scaduto e non rinnovato. Poi, il miracolo. "Dopo il trapianto, tutti i dubbi che avevo si sono trasformati in prospettive rosee: ho trovato un lavoro a tempo indeterminato, mi sono sposato, ho una bambina di tre mesi. Per questo dico sempre che il trapianto è vita".