FRANCESCO SCOLARO
Cronaca

Caccia ai veleni invisibili, fontane sotto esame. “Sostanze cancerogene, seri rischi per la salute”

La campagna di Greenpeace fa tappa anche a Massa con i campionamenti. Il responsabile: “Servono dai 3 ai 5 anni per essere eliminate dal corpo”

I controlli di Greenpeace

I controlli di Greenpeace

Massa Carrara, 25 settembre 2024 – Veleni invisibili che si accumulano nel tempo, quasi impossibili da distruggere e rappresentano un pericolo per l’ambiente e la salute umana. Si chiamano Pfas, acronimo per sostanze alchiliche perfluorurate, che nel tempo hanno trovato tantissimi utilizzi. Tracce, anche importanti, di Pfas sono state individuate già in molte acque in Toscana, in particolare dove si trovano distretti industriali come quello conciario, tessile, il cartario o florovivaistico. Ma si trova anche nell’acqua che esce dai rubinetti? I dati al momento sono scarsi o nulli. Per questo Greenpeace ha lanciato la campagna Acque senza Veleni che ieri ha fatto tappa anche a Massa.

Il primo monitoraggio nazionale per cercare tracce di Pfas nell’acqua che esce dai rubinetti in tutti i capoluoghi. Sul posto, a fare il campionamento, Giuseppe Ungherese responsabile della campagna, 43 anni, laureato in scienze naturali con dottorato in ecologia. Come ha spiegato Ungherese, i Pfas sono sostanze chimiche di sintesi che non esistono in natura, create dall’uomo e caratterizzate da legami chimici che le rendono di fatto quasi indistruttibili, tanto da essere chiamate inquinanti eterni.

"Si accumulano nel corpo e alcune sono state dichiarate cancerogene a livello internazionale. Molte sono interferenti endocrini, vuol dire che vanno a competere, simulare o essere antagonisti dei nostri ormoni e come questi ultimi fanno sentire i loro effetti anche a bassissime quantità. Inoltre impiegano lungo tempo per essere eliminate dal corpo, anche di 3 o 5 anni, quindi si accumulano”. Da qui la campagna che vuole creare una prima mappa dei Pfas nelle reti idriche.

La campagna di Greenpeace rilancia quindi la richiesta della Rete di associazioni e comitati, oltre 70, che in Toscana e in Italia di cui era presente una delegazione ieri mattina alla raccolta dei campioni. La Rete ha infatti scritto ai sindaci, ai consigli comunali e ai gruppi consiliari di tutti i Comuni per richiedere di approvare urgentemente una mozione per mettere al bando gli inquinanti eterni Pfas e per "richiedere al proprio gestore del servizio idrico e alla propria Azienda Usl di riferimento la quantificazione della somma di PFAS nell’acqua destinata al consumo umano nel proprio Comune, l’analisi dell’acqua potabile, o dell’acqua in bottiglia, erogata nelle scuole pubbliche presenti nel Comune, e di rendere pubbliche integralmente le risultanze” oltre a chiedere alla Regione un piano di monitoraggio capillare su tutto il territorio per accertare il reale stato di contaminazione delle acque destinate al consumo umano.