REDAZIONE MASSA CARRARA

Spegne trenta candeline la transumanza di Boschetti

Ha raggiunto i 30 anni la transumanza praticata da Giancarlo Boschetti, pastore di Tavernelle di Licciana Nardi che nella buona stagione sposta il suo gregge dall’altra parte del crinale, sul Monte Navert, sull’Appennino parmense. La transumanza, migrazione ciclica con cui gli allevatori, soprattutto di ovini, ad inizio giugno conducono gli animali in montagna in cerca di buona erba lungo spazi sterminati, dove la temperatura è più fresca e le bestie si abbeverano alle sorgenti fra le rocce, vivendo a stretto contatto con la natura. Agli inizi dell’autunno poi, uomini ed animali fanno ritorno a valle, calcando i “tratturi”, gli antichi sentieri utilizzati dagli antenati. E Giancarlo il viaggio di ritorno, in testa alle sue 240 pecore massesi con i relativi agnelli, 20 capre bianche, 12 cavalli di razza appenninica, l’ha appena concluso. Di solito, lo fa con i suoi tre cani border collie, ma in questa speciale occasione della ricorrenza dei 30 anni di transumanza, lo hanno accompagnato anche tanti amici, parmensi e lunigianesi, dalla statale del Passo del Lagastrello, passando a fianco dell’ex Abbazia di Linari per giungere infine a Tavernelle, condurre le pecore in stalla, accudirle e trascorrere poi la serata in allegria al “Capriolo”, la locanda del paese. "Sono reduce da tre mesi e mezzo trascorsi in montagna - spiega il pastore - in piena natura, io con i miei animali; quando sono sul Navert dormo nella roulotte posizionata nei pressi degli stazzi dove la notte ricovero gli animali: i lupi sono sempre in agguato e le pecore non vanno mai abbandonate. Durante il giorno c’è sempre da fare: mungere, preparare formaggio e ricotte, condurre e spostare le bestie al pascolo da una balza all’altra, fare attenzione a quelle che devono partorire, controllare che gli agnelli appena nati bevano il colostro. Ma la notte, mi sdraio sull’erba ad ammirare il cielo stellato e ogni fatica svanisce".

Roberto Oligeri