Maurizio Munda
Cronaca

Spiagge libere “mangiate” o poco agibili: sempre più dimenticate

Bolkestein e caro ombrelloni: un viaggio sull’arenile di Marina di Carrara. Gli accessi alla battigia sono quasi tutti mimetizzati o ridimensionati. L’odissea di chi vuole godersi un po’ di mare senza dover pagare

L'accesso alla spiaggia libera

L'accesso alla spiaggia libera

Carrara, 14 agosto 2024 – Spiagge libere insufficienti, accessi alla battigia mimetizzati, prezzi aumentati. Ferragosto di malumori sull’arenile di Marina di Carrara dove, tra sole e bagni in mare, tra sdraie e lettini si discute anche di caro ombrellone e di un arenile diventato ormai una foresta di ombrelloni. E le prime vittime di questa forestazione sono le spiagge libere, o meglio quello che resta delle spiagge libere di un tempo. Quella del Paradiso è un fazzoletto tra due staccionate e alle 10 di domenica mattina era già piena fino al muretto che la delimita; quella dell’ex (per adesso) bagno Marino è quanto mai provvisoria, in attesa delle decisioni dei tribunali; quella della Fossa Maestra resiste ma rispetto ad un tempo si è ridotta; mentre quella davanti al campeggio al Parmignola è piuttosto scomoda da raggiungere.

Quella che non ha resistito e che si è dovuta arrendere ad una colata di cemento è la spiaggia libera del molo di ponente, riaperta da ieri, che, con la nuova passeggiata, si è ristretta di una buona metà. Così il rapporto tra arenili in concessione e spiagge libere si è ulteriormente ridotto, con queste ultime che scoppiano mentre in quelle in concessione a scoppiare sono i prezzi, con aumenti che si sono sommati a tariffe già alte. Ma se è un’impresa trovare posto per il proprio ombrellone nelle spiagge libere, lo è ancora di più per trovare un varco per accedere alla battigia.

La spiaggia di Marina è lunga circa 1500 metri e ospita 42 stabilimenti balneari, il piano comunale dell’arenile (che risale al 2007) non stabilisce ogni quanti metri deve essere previsto un varco di accesso. Quelli esistenti però sono pochi, alquanto mimetizzati e mal segnalati e quando il turista li individua e li percorre, si trova improvvisamente dentro una spiaggia attrezzata dove non c’è più traccia di alcun passaggio, ma solo ombrelloni di stabilimenti balneari. E’ così davanti via Modena e davanti largo Werther Cacciatori.

Basta un sopralluogo per verificare una situazione anomala ma ormai consolidata, si direbbe che sia ampiamente tollerata. La libera fruizione del mare è contemplata dal codice civile, in quanto “i lidi marini e le spiagge fanno parte del demanio marittimo dello Stato e quindi sono beni di proprietà dello stesso (o delle Regioni, delle Province, dei Comuni), inalienabili, inespropriabili e quindi destinati al servizio della collettività. Seppure il terreno demaniale sia concedibile in gestione a soggetti privati (gestori), il limite invalicabile è però costituito dalla fruibilità da parte di tutti i cittadini”. E’ quindi obbligo dei titolari delle concessioni “di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione”.