Un’altra doccia fredda per le strutture sportive del territorio. Dal 20 novembre anche la palestra della ex Leopardi di Avenza è inibita al pubblico. "In attesa della definizione delle pratiche necessarie a rendere la palestra conforme alle normative vigenti per lo svolgimento dell’attività agonistica" scrive palazzo civico invitando le società ad attenersi alla disposizione e aggiungendo che l’ingresso è consentito ai soli atleti, allenatori, dirigenti accompagnatori e arbitri.
Un altro brutto colpo per lo sport carrarese, già alle prese con i lavori ancora in corso al palazzetto (dovrebbe essere pronto per fine anno), con la Dogali inibita, con le palestre scolastiche di Taliercio e Buonarroti abbattute e in attesa di una ricostruzione ex novo che richiede i suoi tempi. A dover rinunciare al pubblico saranno due società di pallavolo, la Virtus Apuania e la San Marco, utilizzatrici della struttura. Del resto quella della ex Leopardi è sempre stata solo una palestra scolastica, senza spazi per il pubblico e senza posti a sedere, ma che da decenni è diventata sede di partite, campionati e tornei, per la cronica mancanza di strutture adeguate. Così dopo anni in cui il pubblico (di solito genitori e accompagnatori) restava in piedi a bordo campo, adesso dovrà stare sempre in piedi ma fuori dalla struttura. Per la Carrara dello sport un’altra figuraccia.
Una città, di recente promossa a co-capoluogo di provincia, paga (e chissà per quanto tempo ancora pagherà) una inerzia durata decenni e che risale a circa mezzo secolo fa, quando negli anni ’70 ad Avenza si è costruito un palazzetto dello sport nascosto e sacrificato dietro una scuola, quando il cortile della Dogali, che sarà sempre il cortile di una ex caserma, è stato forzatamente adattato a un campo da gioco, quando sono state costruite palestre scolastiche senza pensare a sviluppi futuri. Poi ci ha pensato il tempo a rendere tutto obsoleto: le norme di sicurezza cambiavano, ma l’inerzia di decenni ha portato alla attuale situazione insostenibile. Una sorta di ’tira a campare’ dove sono mancati investimenti, progettualità e programmazione. Da tempo si parla di un padiglione di Carrarafiere da adibire allo sport, ma nei fatti non si registrano passi avanti e le società continuano a contendersi con il coltello tra i denti i pochi spazi disponibili. E alla fine a pagare sono bambini e ragazzi che vorrebbero fare sport, ma che non hanno spazi, anche se nelle occasioni ufficiali tutti si stracciano le vesti elogiando la pratica sportiva, momento importante di formazione dei giovani verso l’inserimento nella società, perché lo sport insegna anche il rispetto delle regole.