
I campioni di atletica leggera con l’allenatore Piero Incalza alla media Giorgini (foto Nizza)
Conciliare lo studio con lo sport è possibile? "Si può fare", è stata la risposta arrivata all’unisono dai “big” dell’atletica agli studenti della scuola media Giorgini di Montignoso durante un incontro in palestra. A condurre un dialogo aperto alle domande dei ragazzi c’era Piero Incalza, allenatore di un gruppo di atleti. In Italia sottolinea Incalza, la scuola Giorgini è uno dei pochi istituti a indirizzo sportivo, di solito si parla di scienze motorie dalle superiori in poi, grazie a una riforma scolastica. Da cosa nasce l’idea di questi incontri? "Ci invitano alcuni insegnanti da tutta Italia che ci conoscono per stimolare le curiosità dei giovani, attraverso testimonianze dirette, l’atletica non è ancora tanto conosciuta. Ero insegnante prima di essere allenatore e capisco l’importanza di avere le scuole come punti di riferimento per attività extra. Attraverso la scuola si mandano messaggi di partecipazione e conoscenza." Scopo dell’incontro era avvicinare i ragazzi allo sport, e contrastare un fenomeno diffuso tra le nuove generazioni: l’ipocinesia, ovvero la mancanza di movimento.
"Siamo nati per muoverci, non per stare fermi spiega l’allenatore –. Si può invertire questo fenomeno: ogni ragazzo attraverso lo sport può trovare la propria strada." Punti forza sono la motivazione e lo spirito, oltre la conoscenza e la pratica. Hanno confermare quanto è determinante questo tipo di approccio alcuni big dell’atletica: Stefano Cecere di Martina Franca, Giovanni Susca di Alberobello, Benedetta Coliva di Bologna, dalla Moldavia Maxim Raileanu e Pasquale Selvarolo di Andria arrivati ad altissimi livelli. Incalza ha rivolto alcune domande ai ragazzi visibilmente coinvolti, spaziando dalla definizione di atletica leggera composta da 20 discipline diverse che, sottolinea, possono essere adattate in mille modi. "La motivazione è fondamentale – ha sottolineato – Incalza –, non è tanto il talento innato che ci porta a individuare un atleta eccezionale ma un aspetto fondamentale resta la forte motivazione."
Ad uno a uno gli sportivi hanno interagito con i ragazzi e risposto ad alcune delle loro domande. Stefano Cecere, medaglia d’oro quest’anno nel campionato di mezza maratona a Pisa, ha evidenziato che è altamente formativa l’esperienza sportiva di pari passo con lo studio. Si è laureato in economia aziendale: "Allenare mente e corpo è fondamentale – dice –. Bisogna avere costanza e impegnarsi davanti agli ostacoli e alle prime difficoltà non fermarsi." Il mezzofondista Giovanni Susca alla Dogi’s Half Marathon ha portato a casa il V posto e si è laureato in ingegneria magistrale al politecnico di Torino: "Ribadisco il concetto di Stefano è importante allenare mente e fisico." Neanche un infortunio a gennaio lo ha distolto dai suoi obiettivi e con un carico intenso di lavoro è riuscito ad andare avanti nel suo percorso. Come Benedetta Coliva: una laurea in biologia e quest’anno ha chiuso in bellezza il Dogi’s half Marathon tagliando per prima il traguardo tra le donne con il tempo di 1h 15’06’’. "Avere un obiettivo rende tutto più facile – sostiene –. Per me è stata un’ancora di salvezza, inseguire la propria passione e avere un sogno, è un motore che ci spinge a svegliarsi la mattina".
Dalla Moldavia il fondista Maxim Raileanu, laureato in scienze motorie, nel 2023 è arrivato dodicesimo nei 5.000 metri ai Giochi Europei. "Da ottobre 2024 sono entrato in questo gruppo grazie a Piero – racconta – mi ha permesso di venire qui ad allenarmi. Ho rilevato alcune differenze rispetto al mio Paese, in termini di allenamento. Qui ci sono tanti tipi di esercizi di potenziamento." Il mezzofondista di Andria, Pasquale Selvarolo, ha raccontato: "Lo faccio di professione, è la terza esperienza sul territorio di Massa che, come quello della Versilia, si presta molto a questa attività. Ho iniziato questo percorso per divertirmi, la mia prima attività è stata il basket con la squadra giovanile di mio zio: finivo i compiti e poi andavo in palestra, mi piaceva frequentare quell’ambiente e fare conoscenze. Non pensavo che sarebbe diventato il mio lavoro. Ha coltivato molte amicizie in giro per l’Italia: "è un incentivo alla convivialità e anno dopo anno, alla fine si traduce in un confronto costruttivo fra atleti". Selvarolo parteciperà agli europei di corsa su strada affiancando il suo percorso di studi in ingegneria meccanica.