REDAZIONE MASSA CARRARA

Storia della plastica: da risorsa a problema

Nel migliore dei casi viene riciclata ma troppe volte, purtroppo, finisce sottoterra e nel mare, inquinando le falde e la catena alimentare

La storia della plastica inizia nella seconda metà dell’Ottocento, quando il tipografo John Hyat inventò la celluloide, materiale usato da allora per produrre oggetti di uso comune. Nel 1889 la Kodak usò la celluloide per creare la prima pellicola fotografica e dopo cinematografica. La prima plastica sintetica fu prodotta solo nel 1909 dal chimico belga- americano Leo Baekeland che creò la Bakelite, sostanza formata da fenolo e formaldeide; si modellava con il calore e una volta raffreddata non poteva cambiare forma neanche seriscaldata. Fu creata così la prima plastica termoindurente (diventava dura col calore). Oggi viene usata per fare manici di pentole, interruttori e componenti dei mezzi di trasporto. Fu solo negli anni 30’ del secolo scorso che si cominciò a produrre la plastica usando il petrolio e le tecniche di stampaggio permisero di fare oggetti in serie. Verso la fine degli anni 30’ arrivarono il plexiglass, il PVC, il poliuretano e il polietilene. La plastica grazie alla sua economicità e facilità di diffusione, sostituì i metalli, il vetro, il legno e la pelle in una quantità sconfinata di applicazioni: dispositivi medici salvavita come le incubatrici, componenti che hanno alleggerito i mezzi di trasporto, sistemi di protezione come i caschi e dispositivi per rendere potabile l’acqua. La plastica però è un materiale non biodegradabile, indistruttibile e la natura impiega centinaia di anni per eliminarla. La società, non conoscendo gli effetti negativi che la plastica avrebbe causato all’uomo, ha continuato a produrla in quantità sempre maggiori, non riuscendo a creare un sistema di riciclo e riutilizzo. Per questo la plastica si è accumulata in ogni luogo della Terra, causando danni all’ambiente e agli esseri viventi. Dopo l’uso, un qualsiasi oggetto di plastica può fare diversi percorsi: può finire nel mare creando isole di plastica e rilasciare microplastiche dannose per gli animali marini, può essere interrata nelle discariche finendo per inquinare le falde acquifere. Nel migliore dei casi viene riciclata per dar vita a nuovi oggetti. Una confezione di plastica usa e getta ha una durata limitata, ma una volta smaltita resta secoli in discarica. Sarebbe opportuno ridurre il quantitativo di plastica e sostituirla con materiali meno inquinanti, aventi gli stessi pregi, per evitare malattie. Richiederà tempo ma è essenziale per la salute, nostra e del pianeta.