Studente perde il sussidio dell’Asl: “Così mio figlio rischia la laurea”

Rosa Cambria, madre del giovane con disturbi dello spettro autistico e allievo dell’Accademia: “Costretti a tentare un nuovo bando”

Mamma Rosa Cambria insieme al figlio Marco

Mamma Rosa Cambria insieme al figlio Marco

Carrara, 29 settembre 2024 – Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara con ottimi risultati, ma potrebbe vedere sfumato il sogno di laurearsi in nuove tecnologie dell’arte. E’ quanto sta accadendo ad un trentenne con disturbi dello spettro autistico di Carrara. In sostanza lo studente adesso può permettersi di studiare in Accademia perché usufruisce del sussidio legato al progetto ‘Vita indipendente’ della Asl. Un progetto che si propone di rendere indipendenti le persone con disabilità, consentendo loro di scegliere in piena libertà ed autonomia, come vivere, dove vivere e con chi vivere, ma anche che tipo di percorso scolastico scegliere.

Ma la Asl Toscana e la Regione Toscana in questi giorni hanno informato le famiglie che ricevevano il contributo, che per continuare a percepirlo dovranno partecipare al nuovo bando. Ma per mamma Rosa Cambria questa invece di essere una buona notizia è una tegola sulla testa. Grazie a questo contributo infatti il figlio autistico è affiancato da tre operatori, uno dei quali lo segue passo passo nel percorso scolastico. Dovendo rifare la domanda di contributo Rosa teme che in attesa della nuova graduatoria suo figlio non possa più frequentare l’Accademia, non riuscendo lei a pagare in autonomia la persona che segue il figlio.

O ancora peggio che per un motivo qualsiasi venga esclusa dal contributo e suo figlio venga abbandonato a se stesso, cancellando con un colpo di spugna tutti i progressi raggiunti fino a questo momento, come per esempio abitare al piano di sopra da solo, riuscire a fare cose semplici come prepararsi un panino, ma soprattutto terminare l’Accademia, una delle cose che lo rende più felice e autonomo. Il ragazzo infatti oltre ad essere riuscito a prendere trenta, dall’agognato titolo di studio lo separano solo quindici esami.

“Non capisco perché una cosa così importante e che funziona si debba sospendere e costringere le famiglie a partecipare di nuovo – si sfoga mamma Rosa –, mio figlio frequenta l’Accademia con passione e questo lo rende molto felice. Io non so come fare a dirgli che il contributo che riceve adesso potrebbe non essere garantito per il futuro infrangendo il suo sogni di laurearsi. Sicuramente facendo una nuova domanda me lo daranno di nuovo, ma come già successo la prima volta dovrà passare parecchio tempo e mio figlio nel frattempo rischia di dover sospendere gli studi. Stiamo parlando di contributi a persone con disabilità e invece di facilitare la loro vita la burocrazia la complica, e questo è un controsenso”.

Alessandra Poggi