ALFREDO MARCHETTI
Cronaca

Svolta nel processo agli anarchici. Tre assoluzioni e una condanna ’lieve’

Cadono le accuse di istigazione a delinquere e apologia: 8 mesi a Palli per offese al Capo dello Stato

Il giorno delle perquisizioni al circolo anarchici di Carrara centro e alla stamperia: operazione che aveva portato all’arresto di quattro membri e le successive indagini da parte della Procura di Massa e della Dia

Il giorno delle perquisizioni al circolo anarchici di Carrara centro e alla stamperia: operazione che aveva portato all’arresto di quattro membri e le successive indagini da parte della Procura di Massa e della Dia

di Alfredo Marchetti

Si conclude come le difese speravano, ovvero con una quasi assoluzione completa di tutti gli imputati. Soltanto a uno di loro, Luigi Palli, è stata inflitta una pena a 8 mesi per offese al Presidente della Repubblica. E pensare che le richieste della Procura, questa volta con il pm della direzione Antimafia di Genova Federico Manotti, aveva utilizzato la mano pesante: 7 anni di carcere per il 56enne Gino Vatteroni, 6 anni per il 27enne Palli, 5 anni e 6 mesi a testa per Gaia Taino di 35 anni e Paolo Arosio di 45 anni. L’avvocatura dello Stato aveva chiesto mezzo milione di euro a titolo risarcitorio.

Ieri pomeriggio, dopo le arrighe difensive da parte del legale Geoge Botti del foro di Massa, Marta Magnanini e Sommovigo del foro di Spezia, il giudice Fabrizio Garofalo ha letto la sentenza. Assoluzione per tre dei quattro imputati, con la sola condanna a 8 mesi per Palli. Le accuse erano istigazione a delinquere con la circostanza aggravante della finalità di terrorismo (nonché apologia di delitti di terrorismo) e offesa all’onore o al prestigio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il pm Manotti non aveva richiesto, nell’ultima udienza di inizio aprile, la condanna per l’aggravante di aver commesso il fatto tramite strumenti informatici o telematici.

I quattro imputati, nell’agosto del 2023 (inizialmente gli indagati erano 9) vennero accusati di aver, tramite la rivista ’Bezmotivny’, istigato a compiere atti di terrorismo. Nello specifico erano accusati di aver pubblicato "rivendicazioni e danno notizia di fatti costituenti reato commessi in varie parti del mondo (quali danneggiamenti e incendi a strutture nonché lìinvio di plichi esplosivi) ed incitano a commettere fatti analoghi (in alcuni casi descrivendo anche minuziosamente la tecnica degli strumenti utilizzati per il sabotaggio". Le difese avevano contestato questa ricostruzione perché, secondo loro, la pubblicazione ai lettori sarebbe avvenuta dopo i fatti.

Quella mattina di inizio agosto una maxi operazione della polizia e dell’Antimafia sconvolse il centro di Carrara. I quattro vennero colpiti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari. Gli agenti eseguirono perquisizioni sia il circolo Fiaschi nel cuore del centro storico per acquisire materiale utile all’indagine portata avanti dalla direzione Antimafia, oltre che i sigilli messi alla stamperia di Avenza, luogo utilizzato dagli imputati per stampare la rivista che era finita prima sotto la lente degli inquirenti, poi nel fascicolo delle indagini del pm Manotti.

Dopo quasi due anni, registrazioni, intercettazioni telefoniche e ambientali, ieri pomeriggio è arrivata la sentenza del giudice Garofalo in tribunale a Massa che segna un punto sulla vicenda.