REDAZIONE MASSA CARRARA

Tampone Covid sbagliato, isolamento infinito

L’odissea di Tatiana Casini, costretta a stare in quarantena a causa di un errore nell’esecuzione da parte di Asl dell’ultimo esame

Tamponi (foto di repertorio)

Carrara, 13 dicembre 2020 - E’ negativa, ma non può avere il certificato di fine isolamento perché l’Asl le ha fatto il tampone sbagliato. A vivere questa disavventura è una professionista carrarese di 35 anni, Tatiana Casini che è stata costretta a un surplus di quarantena a causa di un errore nell’esecuzione dell’ultimo esame. "L’ufficio di Igiene – racconta Tatiana Casini – mi ha negato il rilascio del certificato di guarigione poiché Asl ha erroneamente eseguito un tampone antigenico rapido, contrariamente alla prescrizione medica effettuata dal mio medico curante, il quale mi aveva correttamente prescritto un tampone molecolare con specifica causale fine isolamento. Questo è tuttavia solamente l’ultimo esempio dell’inefficienza del sistema sanitario cui i cittadini della nostra zona quotidianamente sono vittime".

Se la fine della sua quarantena è stata turbolenta, tutto il decorso della malattia è stato per la giovane profesisonista pieno di ostacoli e difficoltà burocratiche e organizzative. "Tutto è cominciato sabato 7 novembre quando ho iniziato a lamentare i primi lievi sintomi, mentre lunedì 9 il mio medico mi ha prescritto un tampone molecolare che avrei dovuto prenotarmi da sola sul portale della Regione – racconta Casini –. Ho fatto il tampone l’11 novembre e il 14 ho letto sul sito della Regione della mia positività. Subito dopo sono stata contattata dal personale addetto ad eseguire il tracciamento. Da lì in poi non ho più alcun tipo di contatto telefonico con il personale Asl e in particolare con l’ufficio Igiene".

Inizia così una vera e propria Odissea fatta di incertezza e rabbia che ancora non si è completamente conclusa. "D’accordo con il mio medico decido di sottopormi a un nuovo tampone molecolare il 25 novembre il cui risultato sarà poi pubblicato sul sito della Regione solo il 3 dicembre – racconta ancora Casini –. Tuttavia, vedendo che il risultato non arrivava e avendo necessità di tornare al lavoro ho deciso di contattare il centro analisi per ottenere almeno la comunicazione dell’esito del tampone, ma purtroppo vengo a sapere di essere ancora positiva a bassa carica. A quel punto mi viene prescritto un terzo tampone che faccio il 2 dicembre ad Avenza , ma anche in questo caso i risultati tardano ad arrivare. Finalmente, lunedì 7 dicembre, vengo contattata dapprima dal personale dell’Urp e poi dalla responsabile dell’Ufficio Igiene di Massa che mi comunica come l’Asl abbia effettuato un test rapido antigenico anziché uno molecolare e quindi non può rilasciarmi il certificato di guarigione, nonostante io sia risultata negativa. La responsabile dell’Ufficio Igiene mi spiega comunque che essendo in isolamento da più di 21 giorni avevo la possibilità di ottenere il certificato di positività a lungo termine e pertanto avendo necessità di rientrare a lavoro decido di accettare. Quanto accaduto costituisce un grave disservizio, nonché uno spreco di risorse e tempo, soprattutto se si considera che quanto a me successo potrebbe coinvolgere quei lavoratori dipendenti, i cui datori richiedono necessariamente un certificato di guarigione per il rientro in servizio".