Una nomina destinata a far discutere, quella di Dino Sodini alla presidenza del Consorzio di Bonifica. Terz’ultimo dei candidati eletti per la sezione contributiva intermedia (scheda gialla), con con appena 173 preferenze contro le rispettive 863 e 827 dei due lunigianesi Cesare Leri e Alberto Putamorsi candidati nella prima sezione contributiva (scheda verde), a dispetto dei numeri Sodini ha traguardato la prima carica consortile. Ad un giorno dalla sua proclamazione, è proprio uno degli ormai ex papabili, Alberto Putamorsi, a commentare la nomina decretata a stretta maggioranza dall’Assemblea consortile, con 17 voti favorevoli su 28. "È stata votata una seconda scelta. Che si tratti di questo lo ha detto chiaramente la gente: la maggioranza dei consorziati, cioè coloro che pagano la tassa di bonifica, non ha votato Sodini che invece ha raccolto preferenze limitatamente ad un lembo molto ristretto del territorio, Massa e Montignoso". Putamorsi è perentorio nell’individuazione delle responsabilità: "Questa è una scelta politica che ha fatto considerazioni diverse da quello che è l’interesse del Consorzio. Artefice di tutto questo è il Presidente della Provincia di Lucca, Marcello Pierucci". E il presidente della provincia di Massa Carrara? "Gianni Lorenzetti ha portato il mio nome – risponde Putamorsi – ma si è arreso troppo presto". Tutto è perduto, dunque, per la Lunigiana che non ha ottenuto neppure la vicepresidenza. "Buon gusto avrebbe voluto che ce lo proponessero – conclude – ma in questo scenario di buon gusto se n’è visto ben poco". Putamorsi resta comunque nell’Assemblea consortile a titolo di membro eletto di nomina popolare: "Nessuna battaglia a Sodini: lui è il figlio incolpevole di questo prodotto politico. Lo giudicheremo per come lavorerà". Sull’estromissione della Lunigiana dai vertici, non è morbido il sindaco di Comano, Antonio Maffei, che fin da subito aveva lanciato il suo endorsement a Leri e oggi rincara la dose. "Purtroppo registriamo non solo la sconfitta di un territorio ma anche della credibilità della politica vera, intesa come capacità di ascoltare i cittadini. La Lunigiana meritava il primo posto, invece ha perso anche il secondo e nessun candidato della scheda verde è stato ammesso ai vertici". Anche per Maffei le responsabilità sono politiche: "Ritengo siano del Pd provinciale: la segretaria Sordi, nonostante sia una lunigianese, ha fin da subito dimostrato disinteresse alla partita del territorio ed anche il presidente Gianni Lorenzetti non ha sicuramente lavorato per portare a casa il risultato". Unico dato positivo, secondo Maffei, l’unità d’intenti delle aree interne che si sono astenute sul voto per la presidenza.
Michela Carlotti