REDAZIONE MASSA CARRARA

Terme di Cavezzana d’Antena. La Regione crede nella rinascita

Firenze aiuterà il Comune di Pontremoli a coprire il 50 per cento del finanziamento del Fondo unico nazionale

Salvato il progetto di recupero delle Terme di Cavezzana (Foto archivio)

Salvato il progetto di recupero delle Terme di Cavezzana (Foto archivio)

La Regione Toscana aiuta il Comune di Pontremoli a cofinanziare al 50% il recupero e completamento delle terme di Cavezzana d’Antena. Previsto attraverso fondi erogati tramite il Fondo unico nazionale per il turismo del Ministero, il costo complessivo dell’intervento previsto era di 950mila euro, l’ente locale guidato dal sindaco Jacopo Ferri avrebbe dovuto partecipare per la metà, ma ha fatto sapere alla Regione di non essere in grado di sostenere il progetto chiedendo a Firenze un sostegno regionale che è arrivato perché considera l’impianto termale di Cavezzana d’Antena un valore strategico per lo sviluppo della Via Francigena visto che il progetto prevede anche l’apertura di un parco termale.

Quindi dopo la stipula di una convenzione fra gli enti verrà portato il totale del finanziamento a 788mila euro su 950mila con altre somme recuperate con le economie di ribasso d’asta. Il cronoprogrammmma prevede l’appalto entro la fine di febbraio con l’inizio dei lavori entro aprile e la chiusura del cantiere a fine marzo 2026. L’impianto termale di Cavezzana d’Antena che doveva sorgere a servizio dello sfruttamento della fonte sulfurea locale finanziato nel 1997 dall’Unione Europea con 632 milioni di vecchie lire, era rimasto a metà. Dopo diverse vicissitudini, tra cui il cambio, in corso d’opera del sito in cui è stato costruito l’immobile perché quello scelto inizialmente era franoso, erano finiti i soldi e il ’palazzo termale’ era rimasto solo una costruzione incompleta.

Il Comune di Pontremoli in seguito non è riuscito più a trovare finanziamenti per il progetto e aveva mandato avanti quello di Montelungo maggiormente praticabile, facendo arrivare le sulfuree nell’impiano termale che serviva già le oligominerali. Molte speranze erano state investite in quest’idea con l’arrivo del riconoscimento ufficiale del Ministero della Sanità, che definiva ’terapeutiche’ le acque di Montelungo e anche quelle sulfuree di Cavezzana d’Antena. Qui per due anni su iniziativa del comune di Pontremoli in collaborazione con l’Università di Pisa era stato aperto un ambulatorio per pazienti che utilizzavano l’acqua sulfurea.

Alle acque sulfuree di Cavezzana erano sempre state riconosciute anche nel passato proprietà curative regolatrici dell’acidità intestinale e soprattutto proprietà dermatologiche su ferite, eczemi, psoriasi. Ma il Comune aveva preso una decisione pragmatica per cercare di far decollare il progetto terme, che disperso su due fronti rischiava di rimanere al palo. Ora dopo tanto tempo l’edificio termale rimasto a metà potrà essere terminato e si riaprono prospettive anche per l’utilizzo delle acque sulfuree che in precedenza erano state trasferite. A cambiare le carte in tavola il successo della Via Francigena che con i suoi pellegrini ha portato in primo piano le eccellenze ambientali del territorio montano. Mentre per l’impianto di Montelungo rimangono le difficoltà dell’ultima stagione saltata poichè il vecchio gestore non è stato in grado di assicurare il servizio.

Natalino Benacci