"Una gestione del tutto fallimentare: l’unica iniziativa concreta che l’amministrazione Casotti, coadiuvata dalla brillante direzione aziendale, riesce a porre in essere dopo oltre due anni dalla sua nomina, è il licenziamento di sei dipendenti". Ci va giù duro sulla vicenda di Casa Ascoli l’avvocato Matteo Bertucci, ex consigliere di maggioranza della prima giunta Persiani e per qualche mese anche assessore del ‘Persiani-bis’, prima della rottura di tutti i rapporti, politici ma non solo. E ora Bertucci parla quasi come uomo di opposizione, mettendo in evidenza quella che a suo parere è una gestione fallimentare nell’azienda speciale sottoposta al controllo del Comune di Massa.
Nel tritacarne ci finisce l’ultimo amministratore, Giancarlo Casotti, ma anche quanto fatto in precedenza quando pure Bertucci faceva parte della maggioranza, fino a risalire alle giunte degli anni passati sotto le quali sarebbe iniziato il dissesto "che l’attuale amministrazione comunale non ha saputo neppure in minima parte risolvere. E infatti sia la nomina, avvenuta alcuni anni orsono, di un amministratore straordinario munito di pieni poteri, che la successiva nomina dell’attuale Consiglio di Amministrazione presieduto da Casotti non hanno portato ad alcun concreto risultato in termini di risanamento aziendale, tanto che oggi si assiste al triste spettacolo della messa in mobilità del personale cosiddetto in esubero, quasi che il licenziamento di sei o sette dipendenti possa porre rimedio ad una situazione di indebitamento che, a quanto si dice, supera i sette milioni di euro".
Una soluzione, rimarca Bertucci, a cui si arriva dopo aver fatto predisporre "con l’ausilio di un prestigioso studio professionale, un piano di risanamento aziendale che è rimasto pressoché del tutto segreto" ma che al momento non avrebbe trovato risposte: Bertucci rimarca infatti il mancato finanziamento delle banche, l’assenza di un accordo con le cooperative creditrici, il mancato aumento dei posti letto o il recupero degli immobili inutilizzati, così come non si è ancora concretizzata la cessione del patrimonio immobiliare alla Asl.
Su questo fronte, bisogna evidenziare che, come scritto da La Nazione nei giorni scorsi, il protocollo d’intesa fra Usl, Casa Ascoli e Comune è pronto e prevede il perfezionamento entro il 31 marzo con il passaggio della proprietà degli immobili fra i due enti e il conguaglio da 500mila euro che l’azienda sanitaria verserebbe a Casa Ascoli, oltre ai cambi di destinazione d’uso che il Comune dovrà garantire su distretto di via Bassa Tambura, padiglione Bechini ed ex scuola infermieri per poterli mettere in vendita insieme al vecchio ospedale di Massa.