Al momento non ci sono segnalazioni di rilasci significativi di sostanze inquinanti dalla nave Guang Rong incagliata a Marina di Massa. Lo ha reso noto l’Arpat a seguito dei campionamenti effettuati per conoscere lo stato biologico delle acque, in particolare fitoplancton, sedimenti e granulometria, al fine di monitorare l’evoluzione delle matrici ambientali durante le fasi di rimozione del relitto e di valutare lo stato di salute dell’ecosistema marino.
Nella giornata di ieri sono proseguite le operazioni di collocazione delle panne galleggianti intorno all’imbarcazione che serviranno a contenere gli effetti di un eventuale sversamento di carburante dal cargo (che si tratterebbe – ha dato assicurazione il sindaco Francesco Persiani – di 104 tonnellate di diesel, quindi un combustibile molto liquido che evapora). A spiegare l’operazione in corso è l’assessora regionale all’Ambiente Monia Monni: "I soggetti incaricati dall’armatore stanno posizionando due tipi di panne, quella più vicina alla nave, capace di trattenere le quantità di carburante eventualmente rilasciate e una più esterna che invece ha una forte capacità di contenimento", ha spiegato.
Arpat, dal suo canto, ha assicurato che "verificherà insieme agli altri enti coinvolti le eventuali contaminazioni – ha commentato il direttore generale Pietro Rubellini –, ma anche eventuali impatti sull’ecosistema marino in una logica di protezione dell’ambiente funzionali a garantire la tutela della salute umana".
Un punto chiave delle operazioni di messa in sicurezza che ha sollevato fin dalle prime ore grande preoccupazione, Lisandro Benedetti Cecchi (docente di Ecologia al Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa), quali sono i rischi ambientali in caso di un’eventuale fuoriuscita?
"La zona interessata è una costa sabbiosa composta da frangiflutti e infrastrutture per il traffico marittimo. Si parla dunque di un’area costiera urbanizzata con un traffico marittimo importante, oltre ad essere a vocazione turistica. Negli anni abbiamo imparato dagli sversamenti passati ed è molto positivo l’intervento di contenimento messo in atto per tutelare l’ambiente e la biodiversità presente".
In caso di sversamento come si dovrebbe intervenire per contenere i danni ambientali?
"La valutazione dipende da alcune variabili: dal tipo di contaminante, dalla quantità sversata, dalle condizioni meteo-marine e dalla localizzazione. Come si è detto Marina di Massa è una zona costiera sabbiosa perciò, nel peggiore dei casi, l’intervento più imponente sarebbe quello di riabilitazione della costa sabbiosa tramite il ripristino dell’arenile con l’utilizzo di ruspe. Mentre, come abbiamo già osservato in altri casi, in acqua gli idrocarburi solitamente vengono degradati rapidamente dai batteri, una gran parte tossica perciò viene rimossa naturalmente dall’attività batterica di degradazione. L’impatto sui sedimenti non è particolarmente elevato, ma servirebbe comunque un monitoraggio dei contaminanti nei sedimenti del fondale marino. La variabile più preoccupante è se la nave si dovesse spezzare provocando uno sversamento del gasolio difficile da controllare e contenere e le correnti potrebbero trasportare gli inquinanti".
Per quanto riguarda la pesca locale quali sono i rischi?
"Se dovesse esserci una fuoriuscita sarebbe necessario capire quanto si è esteso il contaminante e le attività ittiche dovrebbero essere ricollocate in zone limitrofe non contaminate".
Ilaria Vallerini