
Matteo Venturi, presidente di Confindustria, preoccupato per il mercato estero
La scure dei dazi sull’Europa annunciata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump fa paura agli industriali del marmo. In attesa di sapere quali saranno le percentuali da pagare Confindustria è alla finestra per monitorare la situazione, come racconta il presidente, Matteo Venturi. "Gli Usa rappresentano il principale mercato di sbocco per il marmo lavorato italiano è più precisamente a Carrara – dice Venturi –. Nel 2023 l’export dei lavorati ha raggiunto 372 milioni di euro, di cui 150 milioni negli Usa. Nei primi 9 mesi del 2024, l’export verso gli Stati Uniti ha già totalizzato 137 milioni di euro, confermando la dipendenza dal mercato americano".
Venturi ricorda che ci sono già stati dei precedenti con la prima amministrazione Trump, "i dazi colpirono il marmo e il granito cinese – commenta –, provocando un aumento dei prezzi nell’edilizia Usa e una riduzione della domanda. Se i dazi verranno imposti sul prodotto italiano ed europeo, ci sarà una contrazione dell’export con un effetto a catena sull’aumento dei prezzi nell’edilizia Usa. Si avrà poi la riduzione della domanda di materiali per costruzioni, non solo di marmo con danni all’occupazione e alla filiera in Italia, con impatti su fornitori e servizi collegati. Per questo Confindustria Toscana Centro e Costa sta monitorando la situazione con attenzione. Sono già in corso contatti con il Governo per valutare contromisure diplomatiche e fiscali a tutela delle imprese. Serve un’azione a livello europeo, per evitare che il settore lapideo italiano subisca dazi senza adeguate misure di compensazione – precisa Venturi –. Il comparto sta anche lavorando per diversificare i mercati di sbocco, ma il mercato statunitense resta insostituibile nel breve periodo. La provincia di Massa Carrara è già in una fase economica fragile, e il settore lapideo è centrale per la sua tenuta industriale. La crisi non colpirebbe solo le aziende estrattive e di lavorazione, ma anche tutto l’indotto di fornitori e servizi collegati. Massa Carrara ospita gruppi metalmeccanici industriali di altissimo livello, anche multinazionali, che potrebbero rivedere la loro presenza non solo sul territorio locale, ma anche a livello nazionale ed europeo. Per questo i territori devono rimanere attrattivi per evitare fughe industriali, e l’attività diplomatica va spinta al massimo livello per evitare danni economici e sociali".