Francesco Scolaro
Cronaca

L’odissea della valle del Renara. Al fiume tra manovre da brivido

Il divieto di transito nei weekend ha spostato agli altri giorni della settimana l’assalto alle pozze di Guadine

GUADINE2

Bagnanti sugli scogli lungo il fiume Frigido a Guardine e la strada che scorre proprio sopra la loro testa

Massa, 19 agosto 2024 – Manovre al limite del possibile, con le ruote che sfilano sui bordi della strada sterrata sopra la testa di turisti e bagnanti, pochi metri più sotto. E’ una situazione al limite quella vissuta martedì prima di Ferragosto per arrivare fino alle pozze del torrente Renara. Ultimo giorno prima dell’ennesimo stop alle auto nella zona del ponte di Forno: da quest’anno, infatti, per la prima volta il Comune di Massa ha deciso di attuare una sorta di Ztl per alcuni dei paesi a monte presi d’assalto dai turisti in cerca di refrigerio nei torrenti del versante massese. Forse non è la soluzione più giusta per evitare il far west del fiume ma quanto visto nella giornata di martedì prima di Ferragosto impone una riflessione a lungo termine.

La strana Ztl dei weekend estivi ha infatti spostato la ressa sul fiume negli altri giorni della settimana, con le situazioni critiche che non sono certo andate a diminuire fino alla settimana più calda di questa estate che si può dire che abbia fatto registrare il tutto esaurito nella valle del Renara. All’arrivo, prima delle 11 di mattina, era già quasi impossibile passare con l’auto. L’imbuto di veicoli a quattro ruote e scooter a ridosso del fiume aumenta via via che si sale verso la meta.

Superato il ponte della frazione di Gronda, quando si imbocca la via di Renara, inizia la vera odissea. Auto parcheggiate ovunque, oltre a un grosso masso che da tempo ostruisce la carreggiata. Si sale ancora per raggiungere lo slargo prima che inizi la strada sterrata ma è impossibile trovare uno spazio libero perché, anche qui, ci sono automobili posteggiate su entrambi i lati in una strada stretta dove il via vai di mezzi è quasi incessante. Si ricorre a manovre da brivido, specchietti chiusi e passo d’uomo, passando fra bagnanti con teli e ombrelloni sottobraccio, e molti non si fanno mancare neppure le griglie.

Per trovare spazio si sale ancora, sullo sterrato. Auto bloccate e incolonnate, come sull’autostrada ma qua siamo a ridosso del torrente che scorre appena pochi metri più sotto. Centinaia e centinaia di persone, provenienti non solo dalla provincia di Massa Carrara ma anche da Firenze, Prato o dalla Liguria. Tutti a caccia di refrigerio. Il parcheggio non c’è e allora tutti se lo inventano: ci si stringe al versante o al dirupo, al minimo slargo, lasciando a malapena lo spazio per far passare una vettura.

Una volta piazzata l’auto, in qualche modo, si scende nel fiume dove nonostante il pienone, comunque, tutto sembra sotto controllo. Alla fine qui, malgrado la ressa, il fiume Frigido riesce a dare uno spazio a tutti. È un luogo capace di rinfrescare e accogliere migliaia di persone ma il vero problema resta quello del caos delle auto e dei trasporti: attorno all’ora di pranzo il flusso di persone aumenta ancora. Lo affrontiamo in discesa per tornare verso la costa e diventa una scommessa.

Le auto in sosta lungo il tratto sterrato rendono quasi impossibile muoversi. Tre vetture salgono ancora e chi scende si trova costretto a fare retromarcia al limite del millimetro. Specchietti chiusi, con le ruote che slittano sui sassi che potrebbero schizzare giù dalla scarpata, che si trova a pochi centimetri, e colpire in testa qualche bagnante. Dopo 10 minuti il puzzle si scioglie e si riesce a ripartire ma così, davvero, non va.