Zeri (Massa Carrara), 16 giugno 2021 - A farti capire che si sta entrando nel regno della natura sono i faggi, e a lato strada un falco pellegrino che ha ghermito uno storno e lo tiene inchiodato a terra fra gli artigli. Inoltrarsi nelle valli di Zeri è anche questo: significa recarsi in un mondo dove il tempo si è fermato, in cui la tranquillità regna sovrana. E’ un invito particolare a condurci in questo singolare angolo di Lunigiana, lontano dalle vie di grande transito: quello di partecipare all’annuale transumanza di una mandria costituita da un centinaio di mucche, con i relativi vitelli, che dalla zona di Patigno e Adelano, vengono condotte lungo secolari tratturi di montagna fino al passo del Faggio Crociato e successivamente sul monte Molinatico a circa 1600 metri d’altezza.
E’ lì che, da tanti anni Paolo, il padre, e Diego Rubini, il figlio, conducono all’alpeggio estivo le loro mucche limousine, una razza da carne francese adatta a vivere allo stato brado tutto l’anno che partorisce all’aperto e dalla tempra e forza eccezionali. "Lassù in montagna, andiamo a controllarle due volte la settimana, fino a ottobre: hanno centinaia di ettari di erba profumata a disposizione – ci spiega Diego Rubini – con diverse sorgenti di acqua purissima. Per proteggersi dalla calura boschi di faggio e il cielo come unico riparo dalla pioggia sopra le loro teste. I lupi? Ci sono eccome: è il loro regno, ma la notte i vitelli dormono al centro con la mandria che fa loro da scudo. Nessun predatore si azzarda ad avvicinarsi a quella selva di corna e zoccoli: sarebbe la morte certa".
All’alba, momento della partenza, nel recinto dell’azienda, in quel di Adelano, una fattrice dà alla luce un vitellino: dovrà restare lì fino al giorno dopo. Impossibile condurla per quelle irte balze e nell’attraversamento di corsi d’acqua con il piccolo al seguito: madre e figlio raggiungeranno il branco l’indomani, caricati su una ’manbrucca’ e condotti per la provinciale fino al passo dei Due Santi, dove Toscana, Emilia e Liguria si incontrano.
Quello della transumanza dell’azienda Rubini, è un evento atteso in zona: familiari e amici vi partecipano con entusiasmo; poi, mano a mano che l’antico sentiero percorso per secoli da greggi ed armenti sale, si inerpica per balze e sassaie,in testa con la mandria restano solo gli addetti ai lavori, abituati a vivere all’aperto, con gambe e braccia allenate alla fatica, mentre gli altri arriveranno sulla vetta più tardi, dopo aver fatto frequenti soste. Lungo il cammino, anche le mucche hanno bisogno di prendere fiato: soprattutto le giovani manze di un anno e le vacche più vecchie; non è facile neppure per loro riuscire ad arrampicarsi sugli impervi costoni franati dall’irruenza delle piogge che hanno distrutto il tracciato del tratturo durante l’inverno. Appena si attraversa un ruscello, un corso d’acqua, gli animali si fermano a bere fra i massi cercando di non disturbarsi l’un con l’altro durante la sosta ristoratrice. "Una volta, molti anni fa, prima che il lupo facesse ritorno sui nostri monti – confida l’allevatore – conducevamo lassù anche le pecore. Ora non è più possibile, il nostro gregge composto da 250 pecore zerasche, razza spiccatamente da carne, sul monte Molinatico in una settimana di tempo sarebbe decimato, pertanto lo teniamo nei pascoli vicini all’abitato, guardato a vista da ben 14 pastori maremmani, l’unico cane che riesce a tenere testa al lupo".
Dopo una marcia di 15 chilometri, dove uomini e bestie hanno dovuto dare fondo alle proprie doti di forza e resistenza ,inerpicandosi fra massi e canaloni scoscesi, si giunge infine in una grande radura, costeggiata da grandi faggi; è qui che gli amici della famiglia Rubini hanno preparato il tradizionale ’asado’, cotto su di un colossale braciere. Enrico, l’addetto alla cucina, con un onorato passato di macellaio, si avvicenda attorno la griglia e spetta a Paolo Rubini, il capofamiglia tagliare la carne succulenta, cotta a dovere ,e distribuirla in abbondanza a tutti i partecipanti alla transumanza. Mentre la mandria si ristora a poca distanza all’ombra di una faggeta, i commensali assaporano carne, pane e formaggi dal gusto perduto, seduti sul prato.