
I giovani atleti del Velo club costretti a migrare a Massa per allenarsi
E’ una società che conta su un gruppo consolidato di dirigenti appassionati, ma è uno sport che, seppure assai popolare, paga in misura pesante la carenza di impianti dove poter allenare in sicurezza i giovani che però mostrano una scarsa propensione ai sacrifici che questa disciplina, bella ma impegnativa, richiede". Così il Velo Club 1961 in un comunicato di inizio di una stagione che vede la società rossonera di Bonascola al via con la squadra delle categorie dei giovanissimi (dai 7 ai 12 anni).
Il Velo Club della presidente Roberta Tramontana continua il suo lungo cammino sportivo che quest’anno giunge al suo 64esimo anno di attività. Molto è dovuto al lavoro di dirigenti come Giorgio Zanobini, ma reclama spazi idonei. "Ogni anno continuiamo a dedicarci alla fascia più giovane del ciclismo dilettantistico, diamo la possibilità di correre ai ragazzi che vogliono cimentarsi anche in specialità come la Mtb (mountain bike), anche grazie alla specifica pista per allenamento a disposizione della società a Sant’Antonio – continua il comunicato della società di Bonascola – ma soffriamo la mancanza di una pista o un circuito stradale dove allenarsi in sicurezza per le gare su strada".
Senza una pista che permetta ai ragazzi di allenarsi, questi sono costretti a emigrare a Massa, lungo l’anello che gira intorno allo stadio e quando c’è qualche manifestazione sportiva con conseguente interdizione dell’area, non resta altro che la strada, con tutti i pericoli che ne conseguono. Da anni si parla della possibilità di adattare un’area della zona industriale a circuito per gli allenamenti, ma ad oggi non c’è nulla.