La storia dei drammatici avvenimenti bellici avvenuti nella seconda guerra mondiale sul nostro territorio, non solo non si cancella, ma anzi si ripresenta a quasi 80 anni di distanza spesso nei suoi aspetti più temibili e pericolosi. E’ il caso di quanto accaduto nei giorni scorsi, quando per il caldo in tanti andavano in cerca di refrigerio sulle sponde di fiumi e torrenti.
Una turista, mentre faceva il bagno nel fiume Aulella, all’altezza dell’abitato di Soliera, immersasi in acqua ha scorto fra le rocce sul fondo un grosso oggetto metallico che ricordava un ordigno bellico. Mossa da spirito civico, ha segnalato subito la cosa, esprimendo dubbi e timori al sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti che si è messo subito in contatto col maresciallo maggiore Antonello Panzanelli, responsabile della locale stazione dell’Arma. Sono giunti in zona gli artificieri dell’esercito da Piacenza e una volta appurato dove fosse e che effettivamente si trattasse di una bomba da mortaio inesplosa, l’ordigno con tutte precauzioni del caso è stato prelevato e fatto brillare in sicurezza. "Se si tratta di una bomba da mortaio, pur non avendola visionata, tenendo presente sulla cartina geografica della zona dove si sono concentrati i maggiori combattimenti, ipotizzerei - dice Mario Mariani, ricercatore ed esperto di cimeli e armi della Seconda Guerra Mondiale - possa trattarsi di una bomba da mortaio tedesca, una Wurfgranate 40. I tedeschi avevano un reparto di ’grenadieren’ con mortai e cannoni . E’ verosimile sia stata sparata nell’aprile 1945 - aggiunge - dal Colle Musatello mentre infuriava la battaglia fra tedeschi e americani per liberare Tendola e San Terenzo. Questi ultimi usavano per lo più bazooka e mitragliatrici e bombardavano da Punta Bianca, non avevano postazioni in quota per tiri pesanti, mentre le truppe germaniche usavano postazioni di mortaio. Le Wurfgranate 40 pesavano 3,5 chili e raggiungevano in linea d’aria 2 chilometri e mezzo. Dal Colle Musatello ne sono state sparate molte. Non è azzardato - dice Mariani - pertanto dire che questo ordigno sia stato sparato da lì ed è inesploso cadendo in acqua dove è rimasto incastrato fra le rocce e il fondo del fiume".
Roberto Oligeri