
di Andrea Luparia
Tutti liberi, “per non doversi procedere“. E’ finito così il processo, per alcuni aspetti clamoroso, in corso da tempo in Tribunale a Massa. A stabilire che tutto era finito, che tutti potevano tornare tranquillamente a casa loro è stato il giudice Augusto Lama nella veste di presidente del collegio giudicante. Quando si sono riuniti in camera di consiglio, i giudici hanno prima derubricato l’accusa da peculato e falso in truffa aggravata. A qual punto, però, è scattata, come richiesto dagli da tempo dagli avvocati difensori, la prescrizione prevista dalla legge. E così processo finito. Da notare che in aula non c’era alcun imputato: nemmeno Alcide Benedetti, l’ex dipendente Inps che aveva architettato la truffa ai danni dell’Istituto dove lavorava. Tanto meno erano presenti gli altri 12 imputati. Davanti al giudice c’era invece un gruppetto di legali, tra cui gli avvocati o Giuseppe Delpapa, Antonio Scarano e Nicola Bianchi, che sono usciti come i veri vincitori dall’aula. Ma proviamo a ricostruire un momento tutta la storia.
Nell’ormai lontano 2016 Benedetti ricostruì davanti ai magistrati il meccanismo architettato ai danni dell’Inps: aveva creato finti titoli (licenziamento e maternità) modificando decine di profili contributivi per garantire pensioni, indennità e trattamenti di fine rapporto. Soldi che finivano nelle tasche di altre persone, con un ritorno economico per lo stesso Benedetti. Ben 40mila euro la cifra contestata in quella tranche del processo che lo vedeva ai tempi imputato. "Tutto è iniziato – disse Benedetti al collegio che a quel tempo era presieduto da Giovanni Sgambati – quando è crollato il tetto di casa mia. Avevo pochi soldi ma per sistemare tutto mi è stato presentato dalla ditta incaricata un preventivo da 80mila euro. Tanti, troppi". Poi il processo è andato avanti ma da una parte i tempi della giustizia italiana sono lunghissimi, dall’altra parte Giovanni Sgambati è andato a lavorare a Firenze, ed è stato sostituito proprio da Augusto Lama. Senza dimenticare che sono cambiati anche i Pm. L’inchiesta all’inizio era seguita da un sostituto procuratore che adesso lavora fuori provincia. E tutto questo ha allungato i tempi. Alla fine è arrivate, come qualcuno già si aspettava, la prescrizione.