ROBERTO OLIGERI
Cronaca

Storia degli ultimi tosatori. "Un rito che si ripete su 300 capi al giorno"

Fosdinovo, il maestro artigiano Kammenos nell’azienda del pastore Ricci. Arriva dalla Camargue e per apprendere il mestiere ha studiato in Australia

Il pastore Paolo Ricci, figlio di Renzino

Fosdinovo (Massa Carrara), 14 giugno 2024 – Viene dalla suggestiva Camargue: terra di cavalli e buoi selvaggi allevati negli acquitrini del Delta del Rodano nel sud della Francia e la sua professione, da sempre, è quella del tosatore di pecore.

E’ Leonel Kammenos, 58 anni, che per apprendere nel migliore dei modi il proprio mestiere non ha esitato a suo tempo a recarsi in Australia e in Nuova Zelanda, dove vengono allevati milioni di ovini ed esistono autentiche università che preparano i migliori tosatori di pecore al mondo. Abbiamo incontrato Leonel intento al suo lavoro nell’azienda del pastore Renzino Ricci che, con il figlio Paolo e i suoi familiari, da sempre allevano pecore in località Gignola di Fosdinovo dove producono tipiche specialità casearie locali che vendono nello spaccio aziendale, di fianco all’abitazione. Leonel è costantemente chinato per espletare al meglio il lavoro.

“Uso questo speciale salva-schiena’, il ’back-aid’ brevettato in Australia - spiega - aiuta moltissimo chi pratica questa professione. E’ uno sforzo immane per la spina dorsale restare piegati tutto il giorno. La maggioranza dei colleghi dopo i 60 anni è obbligata a smettere di lavorare. In Italia mi reco a tosare soprattutto al nord: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria e nella limitrofa Lunigiana. In Pianura Padana toso soprattutto pecore da carne. Se affiancato dai giusti aiutanti, si riescono a tosare circa 300 pecore al giorno, mentre in Australia e Nuova Zelanda al massimo la metà, perché si tratta di pecore merinos, una razza che ’affoga’ nella lana".

"Le pecore che allevo, sono ’lacon’, una razza francese impagabile produttrice di latte - racconta Renzino Ricci, 86 anni, pastore da sempre – Le ho acquistate recandomi direttamente 8 anni fa in Francia, nei Pirenei. Formaggi, ricotte, agnelli vanno a ruba, non abbiamo problemi di vendita. “uali sono i nostri problemi? Uno sicuramente è rappresentato dal lupo e non ce la sentiamo più come un tempo di spostare il gregge in transumanza; preferiamo restare stanziali in maniera da controllare direttamente i nostri animali. Del resto – conclude infine Renzo Ricci – i nostri cani sono dei pastori apuani, non riuscirebbero a difendere le pecore dai lupi, finirebbero sbranati".

Roberto Oligeri