REDAZIONE MASSA CARRARA

Un apuano testimone della strage di Nizza. "Una tragedia immane"

Flavio Lorenzini ha due gelaterie nella città francese. Il racconto choc di quei momenti di terrore

Flavio Lorenzini

Carrara, 16 luglio 2016 - «Orrore allo stato puro. Il mio socio ha visto i cadaveri davanti alla nostra gelateria. Siamo distrutti: un colpo alla bella Nizza». È ancora sconvolto Flavio Lorenzini, di Marina di Carrara, titolare di alcune gelaterie nella città francese, nel raccontare quanto successo a Nizza, giovedì notte, durante la festa del 14 luglio. L’orrore di Nizza si è scatenato prima delle 22,30 sulla promenade Des Anglais, il lungomare della cittadina transalpina, durante lo spettacolo dei fuochi artificiali. Un camion a 80 chilometri orari ha falciato la folla: 84 morti, molti bambini e adolescenti (bilancio ancora provvisiorio). E il bilancio potrebbe salire ulteriormente. Lorenzini ha alcune gelaterie, una a Jean Le Pen, un’altra, la Pinocchio gestita assieme al socio francese, proprio a pochi passi da dove il killer franco-tunisino ha iniziato la sua strage.
«La gelateria oggi (ier, ndr) è chiusa. Una vera strage. La nostra gelateria è proprio dove quel pazzo ha iniziato la carneficina. Mi ha raccontato il mio socio che ha visto il camion buttare giù la transenna e proseguire la sua corsa sul marciapiede. Mi ha inoltre raccontato delle decine di cadaveri a terra proprio davanti alla nostra gelateria. Una cosa sconvolgente. Sono andato in scooter di nuovo a vedere nel pomeriggio come stessero alcuni miei amici e per controllare la gelateria, ma la Gendarmerie non mi ha fatto passare. Adesso la città è deserta e blindata. C’era al festival internazionale di Jazz anche il principe di Monaco, Alberto II. Appena saputa la notizia è stato allontanato dagli uomini della sicurezza nel massimo silenzio». Da 20 anni a Nizza, Lorenzini ha un appartamento a pochi metri da dove è avvenuta la tragiedia. Viene ogni tanto a casa, a Marina, perché ama andare in barca e di solito trascorre un periodo di vacanze facendo tappa al club nautico. Lorenzini non è nuovo a questo genere di attacchi, perché nel 1983 ha partecipato come carabiniere paracadutista a una missione di guerra a Beirut in Libano. «Mi ricordo che usavano dei camion bomba: sono morti 100 americani e 80 francesi. Una cosa indescrivibile». Lorenzini conclude: «Questa tragedia ci ha distrutto la stagione estiva, questo sarà davvero dannoso per il nostro lavoro. Adesso non ci sarà più un turista che vorrà venire a trovarci»

Alfredo Marchetti