
Il presidente della Fondazione Manfredi e il segretario Pasqualini, psicoterapeute, assistente sociale e operatrici socio sanitarie
Si chiama ‘Atelier di parole’ il progetto che nasce per mettere al centro i caregiver in favore degli ospiti del centro diurno Pelù e dei Centri per i disturbi cognitivi e le demenze dell’Asl Toscana Nord ovest. Un’iniziativa presentata alla Fondazione Pelù in via Marina Vecchia dal presidente della Fondazione, Carlo Manfredi, dalle psicoterapeute Elisa Ratti e Alessandra Poggi, alla presenza del segretario della Fondazione, Gianni Pasqualini, dell’assistente sociale Asl responsabile del centro diurno Pelù, Alice Andreazzoli e da alcune operatrici socio sanitarie. Un progetto, ha spiegato Manfredi, rivolto agli operatori e chi si prende cura dei pazienti con problematiche della memoria. "La Fondazione – ha sottolineato il presidente – ha come filo istituzionale quello di interessarsi di problemi della neurodegenerazione tra i quali il decadimento cognitivo, una delle problematiche più rilevanti, e promuove una serie di iniziative alcune delle quali in collaborazione dell’Asl, con cui esiste una convenzione finalizzata proprio a progetti su questo tema".
In ogni famiglia, quando c’è questo tipo di problematica cognitiva, tutte le dinamiche sono condizionate. Situazioni di difficile gestione per cui "avere un punto di riferimento – ha aggiunto Manfredi – una struttura risolutiva, diventa un sostegno indispensabile in grado di aprire prospettive nuove. La Fondazione ha aderito e sostenuto questa proposta ed è orgogliosa di questo progetto". Elisa Ratti e Alessandra Poggi si sono alternate nella spiegazione del progetto, che sarà coordinato dalla dottoressa Michela Zanetti, coordinatrice del Centro delle Apuane. Le due esperte hanno ricordato che il progetto nasce dall’idea di focalizzare l’attenzione su chi si prende cura dei malati di demenza, offrendo uno spazio di confronto, ascolto, parola e sostegno.
"La demenza spesso viene definita una ‘malattia familiare’ – ha ricordato Ratti – in quanto le caratteristiche di questa patologia irrompono nell’equilibrio del nucleo familiare causando disorientamento. Iil progetto prevede l’utilizzo di un approccio somato-espressivo per la conduzione dei gruppi, per di favorire l’elaborazione di gruppo dei vissuti emotivi attraverso modalità anche non verbali e stimoli artistici.Tutte le esperienze proposte saranno co-costruite insieme ai partecipanti, a partire dall’analisi dei loro bisogni per creare uno spazio psicoterapeutico personalizzato, centrato sul caregiver in quanto persona". Perché spesso sono poi proprio loro ad ammalarsi. L’80 per cento sono donne che si fanno carico di condizioni difficili, andando incontro a forme di stress cronico. C’è bisogno quindi di aiutare chi aiuta e il gruppo ‘Atelier di parole’ è pronto a partire dal 19 marzo con incontri bisettimanali il mercoledì pomeriggio.
Angela Maria Fruzzetti