
di Ludovica Criscitiello
Produrre birra e impastare biscotti. Sono le due attività future che il centro diurno lavorativo per giovani adulti con disabilità di via Pradaccio, ha deciso di avviare. È passato poco più di un anno da quando Anusca Moisè, chirurga vascolare al Noa, ha iniziato a dar vita al centro, anche grazie a un contributo erogato dalla Regione Toscana, attraverso il progetto “In aut- (Indipendenza e autonomia)“ per sostenere l’autonomia e l’integrazione di ragazzi portatori di disabilità. "Mio figlio Lorenzo, che ora ha 22 anni, è affetto fin da piccolo da una forma di disabilità motoria e cognitiva e ha bisogno di essere seguito – racconta Moisè – . Per lui, io e mio marito Silvio non volevamo un posto medicalizzato, ma desideravamo offrigli l’opportunità di fare attività anche insieme ad altri in un posto in cui fosse a proprio agio". Una visione però non limitata ad occupare il tempo del figlio ma che ambiva a costruire un progetto che permettesse ai ragazzi con disabilità, a rischio di emarginazione sociale, di ritrovarsi insieme in un gruppo di pari per svolgere attività che avrebbero attratto altri ragazzi, per esempio studenti dell’alberghiero come Lorenzo, a svolgere stage nella produzione della birra o di biscotti.
Progetto che sta prendendo forma proprio nella casa della dottoressa Moisè in via Pradaccio, circondata dal verde e a due passi dal lago del Sole, modificata in questi mesi per realizzarla. L’iniziativa ha portato anche alla nascita dell’associazione “For Ju”. "L’idea del nome viene da mio figlio – spiega Moisè – che saluta tutti dicendo ‘Forza Juve’". E c’è stato un ottimo riscontro da parte di molte famiglie. Insieme a Lorenzo altri ragazzi, circa una decina, hanno già iniziato a dedicarsi ad attività come la pesca sportiva, la coltivazione di ortaggi e il bricolage. Il tutto con l’ausilio di educatori, uno per ogni ragazzo o anche uno ogni due ragazzi a seconda della forma di disabilità e del grado di autonomia.
"Due volte a settimana – continua Moisè – martedì e giovedì i ragazzi si divertono a pescare trote in inverno e carpe negli altri periodi, che poi vengono rimesse subito nel lago. Il mercoledì invece è dedicato all’orto o al bricolage". L’obiettivo è quello di favorire l’inserimento di questi giovani nella vita sociale, integrandolo magari in futuro con l’istituzione di borse lavoro. "Una strada che abbiamo intrapreso con l’intento di attivare il biscottificio e il birrificio. A mio figlio piacciono molto le attività manuali, ha frequentato l’alberghiero e già produce birra insieme a suo padre". Non è stato un percorso facile prr Anusca Moisè come per tante donne con lavori molto impegnative e sono madri. Dirigente medico di chirurgia vascolare al Noa dal 2001. "Nella mia vita ho sempre dovuto dimostrare di più rispetto ai miei colleghi maschi e non penso di essere stata la sola. In vent’anni, nella mia unità operativa, sono sempre stata l’unica donna. Ora fortunatamente vedo che per le nuove generazioni le cose sono cambiate. Le chirurghe di oggi affrontano tutto in maniera più tranquilla e tante pressioni come quelle subite da noi non ci sono più". Nel frattempo lei va avanti con il progetto del centro. "Mi auguro caldamente che altri finanziamenti possano essere destinati al nostro progetto anche perché abbiamo avuto un riscontro positivo da tante famiglie".