E’ passato il primo anno di mandato per il nuovo presidente del Parco delle Alpi Apuane, Andrea Tagliasacchi, e per l’associazione Apuane Libere il bilancio è quello di un "disastro annunciato. Ci risulta ad oggi impossibile essere soddisfatti di questa nuova presidenza. A prescindere dal cumulo di cariche e dai possibili conflitti d’interesse che queste comportano, vogliamo stigmatizzare il fatto che, durante questi 365 giorni, sul fronte della tutela ambientale e del rispetto delle leggi la situazione è addirittura peggiorata mentre i dilaganti cambiamenti climatici e la nuovissima legge europea Nature Restauration Law imporrebbero una coraggiosa inversione di tendenza nelle scelte ambientali. Durante questo lungo anno – attaccano da Apuane Libere - l’attuale presidente si è piuttosto sbilanciato (anche durante varie iniziative pubbliche) in modo palese nei confronti di quelle attività estrattive che insistono dentro i confini dell’area protetta, per questo non perseguendo a pieno le finalità dell’ente stesso, che dovrebbe essere la tutela dei fragili ecosistemi presenti dentro i confini dell’area protetta. Le Apuane – proseguono nel loro intervento – sono un importantissimo scrigno di biodiversità e un’importantissima riserva di acqua potabile, un patrimonio di tutti e non dei soli sindaci Apuani ai quali si rimette nelle scelte Tagliasacchi".
"Anche se il nostro modo di denunciare – spiega Gianluca Briccolani, presidente di Apuane Libere – non è cambiato ma anzi è andato perfezionandosi, abbiamo riscontrato un aumento dell’impunità per quanto concerne i reati ambientali nel settore lapideo. Tanto per fornire qualche numero, a fronte dei nostri diciotto esposti ambientali emessi nei confronti di altrettante Ditte del lapideo, durante questa presidenza ad oggi non è arrivata neanche un’ordinanza di sospensione e ripristino per violazione delle prescrizioni impartite, tanto da farci persino rimpiangere l’operato del past-president Alberto Putamorsi".
"Voglio altresì ricordare – prosegue nel suo intervento – al presidente Tagliasacchi, che le Apuane sono tali da nord a sud della catena montuosa e che la Via Vandelli non esiste solo da Resceto al passo Tambura, che lo spopolamento dei paesi montani non si combatte aprendo nuove cave, ma semmai chiudendole, perché se da un lato esistono i bacini minerari dall’altro ci sono innumerevoli attività sane che rischiano sempre più di scomparire o di non nascere per colpa delle prime, ma soprattutto vogliamo ricordare che il futuro non è rappresentato dalla risorsa marmo, ma piuttosto dall’ acqua che rappresenta quella risorsa apicale da cui di tutti dipendiamo" conclude lo stesso presidente dell’associazione ambientalista Apuane libere, di fatto non essendo d’accordo con le scelte fatte dalla dirigenza.