Un monumento per ricordare gli alpini

Inaugurato a Carrara un monumento agli alpini caduti, con cerimonia solenne e partecipazione di autorità civili e militari. Un gesto di memoria e riconoscimento per coloro che hanno sacrificato la vita per l'Italia.

Un monumento per ricordare gli alpini

Inaugurato a Carrara un monumento agli alpini caduti, con cerimonia solenne e partecipazione di autorità civili e militari. Un gesto di memoria e riconoscimento per coloro che hanno sacrificato la vita per l'Italia.

Cerimonia sobria ma intensa in largo Alpini Alpi Apuane di Marina, dove la sezione provinciale dell’Associazione nazionale alpini ha inaugurato un monumento "Agli alpini andati avanti". Presenti autorità civili e militari, il monumento è stato scoperto dalla sindaca Serena Arrighi con il presidente di Ana Domenico Mori. Quindi la benedizione di don Ezio Gigli, il silenzio d’ordinanza e le orazioni ufficiali. "La storia degli alpini è la storia d’Italia e del nostro territorio – ha detto la sindaca – perché gli alpini non sono solo volontariato, ma sono molti quelli che nelle due guerre mondiali hanno dato la vita per un ideale e per la libertà". "Gli alpini sono in mezzo alla gente e sono amati – ha aggiunto il presidente Mori ricordando l’impegno delle penne nere già nel disastro del Vajont del 1963. Il vice presidente Gianni Romanelli ha fatto un po’ di storia: "sono stati 537 gli alpini della nostra provincia caduti in terra di Grecia, di Albania e di Russia – ha detto Romanelli con un pizzico di commozione perché nella spedizione di Albania c’era anche il padre Ernani che è riuscito a tornare a casa. Romanelli ha ricordato anche le medaglie d’oro: il capitano Carlo Bottiglioni e l’ardito del Grappa Ettore Viola, oltre ai presidenti che hanno dato lustro alla locale sezione: Francesco Todisco, Alessandro Rolla, Pier Paolo Battistini, Renato Musetti, PierLuigi Bertolini, Carlo Sforzi, Emilio Boschi, Alfredo Cardellini. Il monumento è un blocco di marmo di quasi quattro tonnellate donato da Franco Barattini di Cave Michelangelo, dove lo scultore Giovanni Poletti, del laboratorio Ghio-Poletti, ha impresso il cappello con la penna.

Maurizio Munda