
"Un museo della marineria e una palazzina di bioedilizia" . Il Mediterraneo secondo Canesi
Riccardo Canesi interviene per dire la sua sul processo partecipativo attuato per decidere il futuro dell’area ex Mediterraneo. Ultimo incontro lo scorso giovedì al Club Nautico. "Ho disertato perché un imprevisto di natura personale mi ha impedito di essere presente – scrive l’ambientalista –. Certo non ero uscito entusiasta dal precedente incontro, né sul piano del metodo né su quello dei contenuti, espressi soprattutto da alcune presenze organizzate ‘militarmente’ nei diversi gruppi di lavoro e finalizzate a far passare acriticamente le loro idee senza alcun confronto costruttivo con gli altri cittadini".
"Sono sostanzialmente d’accordo – prosegue Canesi – sulla filosofia e su alcune precisazioni formulate dalla sindaca Serena Arrighi e dall’assessore Lara Benfatto". Canesi torna a ribadire che l’area secondo lui dovrà avere "un esclusivo uso pubblico. Chi vuol fare hotel o altre iniziative privatistiche punti al recupero del Maestrale o del Carrara Marble, accordandosi con i proprietari". Per Canesi "l’uso pubblico non deve necessariamente identificarsi con una esclusiva vocazione verde". "A Marina esistono anche bisogni di socializzazione, di valorizzazione della nostra storia, di sviluppo turistico che non dobbiamo ignorare – prosegue l’ambientalista –. Come ho già ribadito vedrei molto bene in una parte minoritaria dell’area, preferibilmente sul lato sud-est, un edificio costruito con i migliori crismi della bioedilizia (caratterizzato da vetro, legno e marmo) e autosufficiente da un punto di vista energetico. La collocazione a sud-est consentirebbe di preservare la magnifica cinta delle Apuane con il campanile della chiesa. Questo edificio dovrebbe corrispondere ad uno spazio multifunzionale a disposizione della città, con una sala conferenze polivalente (anche concerti e cinema), una piccola sala per mostre, il centro informazioni turistiche, una sala di registrazione con annesso centro sociale giovanile, e uno spazio multimediale dedicato alla storia della marineria locale". "Negli altri tre quarti dell’area sono da sempre favorevole ad un parco pubblico – conclude Canesi –, ben sapendo che sulla piattaforma di cemento che copre tutta l’area sarà difficile piantare essenze ad alto fusto, a meno che non si voglia creare uno strato di terreno vegetale spesso qualche metro".