Un tè al museo sull’autismo: "Le istituzioni non ci lascino soli"

Iniziativa inclusiva dedicata al supporto delle famiglie in scena al polo Gigi Guadagnuci

Un tè al museo sull’autismo: "Le istituzioni non ci lascino soli"

Un tè al museo sull’autismo: "Le istituzioni non ci lascino soli"

Il Museo Gigi Guadagnucci, noto per il suo impegno nel servizio alla società e la promozione di inclusività, ha ospitato il sesto evento speciale dedicato alle famiglie con figli nello spettro autistico e agli operatori del settore. "Un tè al museo. conversazioni tra famiglie" ha rappresentato un’importante occasione di dialogo e condivisione. "Il museo è un luogo aperto a tutti i tipi di pubblico – ha spiegato Andrea Ginocchi, responsabile delle attività educative del museo Guadagnucci –, non ha barriere architettoniche e propone attività dedicate alle scuole di ogni genere e grado. In particolare, offriamo strumenti e attività dedicati anche ai pubblici fragili (tra cui ciechi e sordi) e per questo ci sembrava molto utile proporre anche un focus dedicato a questo tipo di condizione, a completamento dei laboratori educativi per bambini con autismo già attivi da alcuni anni".

Un’attività, accolta con entusiasmo dall’assessore alla cultura Monica Bertoneri, che ha trovato subito attuazione grazie alla sinergia con l’associazione Autismo Apuania, presieduta da Roberto Marrai. Un’idea nata seguendo l’esempio dei “caffè Alzheimer” nati a fine anni ‘90 nei Paesi Bassi: luoghi non sanitari in cui poter parlare di tematiche grandi come la disabilità. Secondo l’ultima definizione coniata dall’Icom (International Council of Museums), un museo deve essere accessibile e inclusivo, un’istituzione "al servizio della società". E il Museo Gigi Guadagnucci, grazie alla collaborazione con l’Associazione Autismo Apuania, ha introdotto nuovi strumenti e attività per favorire il dialogo con la comunità e offrire un servizio ancora più efficace.

“Un tè al museo” è stata un’occasione unica per mamme e papà di potersi incontrare, condividere esperienze, parlare dei propri figli e ascoltare le storie di altre famiglie. Momenti di condivisione fondamentali per costruire una comunità solidale e informata, dove le famiglie possono trovare supporto e comprensione reciproca. E i genitori hanno confermato quanto gli incontri siano stati un supporto fondamentale che permette di condividere e superare le difficoltà. "Speriamo – ha detto la mamma di Jacopo – che questi incontri si ripetano in futuro: serve ai nostri bambini e anche a noi. Vorrei fare anche un appello, a nome di tutte le mamme, alle istituzioni affinché non ci lascino soli. Abbiamo bisogno di aiuto, strutture e servizi. D’estate, ad esempio, quando la scuola è chiusa, non esistono posti adeguatamente attrezzati dove possiamo lasciare i nostri ragazzi speciali". L’incontro (gratuito) ha visto la partecipazione della psicologa Marusca Saltieri, che ha offerto il suo supporto professionale, e Gaia Bernardeschi, operatrice socioeducativa della cooperativa sociale La Gardenia, che ha contribuito con la sua esperienza pratica nel settore educativo.

Michele Scuto