FRANCESCA FREDIANI
Cronaca

Un teatro tutto fatto a mano. Il miracolo di via San Piero con paglia, terra e bioedilizia

Soledad Nicolazzi è arrivata in fondo al suo ambizioso progetto: realizzare un centro artistico. Un piano di autocostruzione che ha trasformato una stalla in un palcoscenico .

Al numero 13 della via San Piero ricoperta dai murales, c’è un miracolo. Un piccolo teatro nato "con tante mani, in tanti mesi, con tanta buona volontà". È il Teatro di terra di Soledad Nicolazzi, attrice, regista e formatrice teatrale e Dalia Padoa, attrice e traduttrice dall’ebraico. Le due collaborano da vent’anni, avevano formato insieme la compagnia Stradevarie solo che gli spazi per provare in città erano pochi e hanno deciso di fare da sé.

Per qualche anno avevano gestito lo spazio del San Giacomo poi però la concessione era stata revocata e hanno dovuto reinventarsi. E siamo a due anni fa. "Abbiamo messo insieme le eredità delle nonne e abbiamo comprato questo spazio". Una ex stalla, che quando ci hanno messo le mani, è crollata. Decidono di ricostruire i muri non portanti in paglia e terra (da qui il nome), secondo antiche tecniche utilizzate in Africa, Asia, e anche Nord Europa. Lo strato più esterno ricoperto di intonaco. Via anche il vecchio tetto in eternit. È una vera e propria operazione di rigenerazione urbana. Bioedilizia "per non lasciare un’impronta troppo visibile per i nostri figli, l’unica strada possibile per il nostro pianeta".

Strutture portanti e tetto secondo tutti i crismi, Scia presentata in Comune. "Un’avventura di autocostruzione". Viene fatto un primo crowdfunding per coprire almeno in parte le spese. "Eravamo neofiti. Non avevamo mai fatto i muratori. Questo teatro non sarebbe nato senza l’aiuto di tante persone, amici ed esperti, architetti, muratori, idraulici che ci hanno dato una mano" sorride Soledad mentre ci mostra una finestrella nel muro da cui si vedono gli strati di paglia. "Abbiamo ospitato tanti amici da tutta Italia e anche Europa". Tra tutti, Dino Mengucci, fondatore in Umbria di un centro di educazione ambientale, e l’architetto Maria Grazia Contarini, che è stata dietro l’intera operazione "con tanta pazienza e passione". "La Toscana è pioniera nei progetti di autocostruzione". Adesso partirà un secondo crowdfunding (lo trovate sulla piattaforma di raccolta fondi produzionidalbasso.com) per allestire il teatro: mancano ancora i fari, i microfoni, le quinte. E soprattutto, come ci mostra accompagnandoci fuori, deve essere ancora sistemato lo spazio esterno, che in due fine settimana comincerà ad acquisire l’aspetto di un giardino (21-22-23 e 28-29-30 marzo): chiunque può contribuire portando terra e piante e aiutando a costruire muretti, salite, gradinate, aiuole, steccati (per info 3351759183). Nel frattempo, sono cominciate le prima attività del teatrino, a regime ridotto visto lo stato di avanzamento dei lavori: feste, serate organizzate dai giovani di freestyle, cioè sessioni di improvvisazione, spettacoli per bambini, concerti, presentazioni di libri. Tutto quello che entra in cassa viene utilizzato per portare a termine la struttura. Anche la produzione di spettacoli è rallentata: il 26 aprile verrà riproposto un vecchio spettacolo sulla rivolta delle donne di Carrara del 1944, nato in collaborazione con il Comune, ora in collaborazione con il Museo della Resistenza di Fosdinovo, mentre a novembre dovrebbe partire un festival di teatro per bambini. "Da sempre in città mancano gli spazi per i giovani, ora mi sembra che le cose stiano migliorando. Sono ottimista, se non lo fossi non avrei certo cominciato un’operazione del genere". Stasera cena talent show per sostenere il crowfunding. Per partecipare allo spettacolo 351/3863844.