
Una provincia martoriata dalle frane: Legambiente chiede soldi alla Regione
Basta con emergenze diventate ormai costanti, bisogna investire nella manutenzione e cambiare il modo di gestire il territorio. Un appello di Legambiente indirizzato a Regione Toscana, Comuni di Massa e Montignoso, Consorzio di Bonifica Toscana Nord. Il circolo sottolinea che i fenomeni estremi "sono diventati costanti e ripetitivi". Ricorda le alluvioni al Cinquale nel 1994, in Alta Versilia nel 1996, le frane in Candia nel 2010, "i tanti disastri che negli ultimi anni hanno devastato monti e piana". Eventi che non hanno portato un cambiamento di rotta mentre continuano a ripetersi frane un po’ ovunque, allagamenti, rischi per abitazioni e persone creando danni ambientali ed economici. "Facciamo tesoro delle conoscenze che abbiamo, non voltiamoci dall’altra parte una volta finita l’emergenza – l’appello – perché questa si ripresenterà nuovamente se non investiamo risorse e soprattutto altro un altro modo gestire i territori".
L’invito quindi alla Regione perché metta soldi "per un grande piano di manutenzione ambientale delle città, premiando chi riduce aree cementificate, per chi recupera a verde zone definite degradate, per chi fa piani di riduzione del consumo di risorse in diversi settori, per chi applica il vero rispetto di zero consumo di suolo nei piani urbanistici piuttosto che continuare a concertare quote “necessarie” edificabili (anche visto il decremento della popolazione e il già immenso patrimonio edilizio esistente), sinonimo di speculazione edilizia, con l’aggiunta spesso di azioni di compensazione ambientale inutili e spesso finte".
Legambiente invita poi le istituzioni locali a occuparsi in modo serio della gestione del territorio: "gli allagamenti di questi giorni impongono di rivedere quel reticolo idraulico che nella piana crea grandi disagi". Ricorda la proposta già avanzata di utilizzare per ricostruire il reticolo idraulico minore della zona di Ronchi Poveromo le risorse assegnate dalla Regione al Consorzio di Bonifica per l’"inutile idrovora". "Se la Buca degli Sforza sarà bonificata in tempi brevi – sostiene – dovrà essere destinata a cassa di laminazione del Fescione/Canalmagro e costituire altresì un sito ambientale salubre che concorrerà alla mitigazione delle temperature estive ormai sempre più alte di anno in anno". Poi il "caso" dell’aeroporto del Cinquale: "Bene che ci sia una società che possa gestirlo al meglio ma siamo fermamente contrari alle ipotesi di imprenditori che usano la parola investimento per trasformare l’aeroporto in una “piccola Malpensa”, di fatto cementificando una vasta area, sottoponendo a maggiori rischio gli abitati circostanti di Cinquale, con più rumori, maggiore inquinamento e mettendo ancora più in difficoltà le attività commerciali locali".