REDAZIONE MASSA CARRARA

Una legge per salvare vite. Corso di rianimazione con l’uso del defibrillatore per la patente di guida

La proposta è stata portata alla Camera dal deputato Amorese (FdI). Nasce dall’idea dei medici apuani Carlo Manfredi e Fabio Costantino.

Una legge per salvare vite. Corso di rianimazione con l’uso del defibrillatore per la patente di guida

La proposta è stata portata alla Camera dal deputato Amorese (FdI). Nasce dall’idea dei medici apuani Carlo Manfredi e Fabio Costantino.

Rendere obbligatorio l’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare per poter conseguire la patente di guida, in modo da responsabilizzare la comunità, e in particolare i giovani, a farsi trovare pronti di fronte alle emergenze. È questo l’obiettivo della proposta di legge tutta ‘Made in Massa’ ideata dai dottori Carlo Manfredi, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Massa-Carrara, e Fabio Costantino, cardiologo dell’Asl Toscana nord ovest, e portata alla Camera dal deputato massese di Fratelli d’Italia Alessandro Amorese.

L’iniziativa, presentata negli spazi della Fondazione Ezio Pelù di via Marina Vecchia, parte dalla considerazione dei numeri relativi alla morte cardiaca improvvisa, che uccide 400mila persone ogni anno in Europa: "Sono mille al giorno – ha detto Costantino – di cui 180 in Italia. È la prima causa di morte nel mondo, soprattutto in quello occidentale, dove si ha un arresto cardiaco ogni 8 minuti con una percentuale di sopravvivenza che nel 2024 è solo dell’8%". In questi numeri, come evidenziato da Manfredi, ci sono anche i più giovani: "L’opinione pubblica viene molto colpita quando accade ai ragazzi, ma in Italia i casi sono numerosi in ogni fascia d’età. Chi sopravvive, poi, avrà conseguenze per il resto della vita". Il 50% delle persone colpite da infarti muore prima ancora di arrivare in ospedale. Intervenire in modo tempestivo è quindi la chiave per salvare più vite e per farlo serve addestrare i ‘laici’ alle manovre di rianimazione cardiopolmonare anche mediante l’utilizzo dei defibrillatori: "Con alcuni semplici gesti – ha aggiunto Costantino – qualsiasi cittadino può preservare le condizioni del paziente nell’attesa che arrivino i soccorsi. Le cose da fare sono solo tre: chiamare il 112, fare un massaggio cardiaco e adoperare, se presente nelle vicinanze, un defibrillatore. Operazioni che si possono imparare con corsi brevi, anche di un’ora".

A mancare è quindi l’addestramento delle ‘persone comuni’. Di qui l’idea di rendere obbligatori a scuola guida i corsi Blsd, per l’uso del defibrillatore, sulla scia di quanto fatto in alcuni paesi europei, in particolare in Danimarca, dove la legge è in vigore già dal 2006 e dove studi confermano come con il 5% in più di popolazione formata si sia arrivati al 14% di sopravvivenza. Nel nostro paese dal 2021 i corsi di rianimazione cardiopolmonare vengono insegnati alle scuole medie. Qualora la proposta di legge portata alla Camera da Amorese dovesse entrare in vigore (l’emendamento è stato approvato, la proposta seguirà l’iter in commissione trasporti), avrebbe la novità, unica in Europa, di prevedere una sorta di ripasso al rinnovo della patente. "Più formi e più salvi – ha detto Amorese –. I numeri sono agghiaccianti e rendono meglio di tutta la narrativa che circonda questo tema. Insegnare ai giovani garantisce il salto culturale, poiché loro comprendono come salvare vite sia alla base della nostra società anche grazie all’insegnamento di educazione civica a scuola. Negli anni si sono messi defibrillatori nelle città senza che la gente sapesse usarli".

Defibrillatori che tuttavia in zona non sarebbero sufficienti, secondo Marco Pedroni, formatore Blsd: "Non esiste un censimento – ha spiegato – ma quelli che ci sono sono pochi e in condizioni pessime, poiché andrebbero manutentati e pochi lo fanno. Dal 2025 i defibrillatori saranno obbligatori in tutti i centri sportivi, mentre a Massa negli ultimi anni il 75% delle pattuglie di vigili urbani, polizia, Guardia di finanza e, a breve, anche carabinieri è formato per quanto riguarda la rianimazione. Questo è un dato incoraggiante".

Alessandro Salvetti