REDAZIONE MASSA CARRARA

Una scultura dai rifiuti. L’arte di Paolo Nicolai con l’aiuto del pubblico

La distruzione di una vecchia opera e la ricreazione diversa con gli stessi materiali. Successo della performance dell’artista al Festival della Creatività di Carrara.

Una scultura dai rifiuti. L’arte di Paolo Nicolai con l’aiuto del pubblico

L’artista Paolo Nicolai all’opera sotto lo sguardo di Lorenzo Porzano del Cermec

Non c’è nulla di più divino dell’arte, del gesto che plasma e modifica la realtà trasformando l’idea e il concetto in sostanza e forma. Tutto si trasforma, ‘polvere sei e in polvere tornerai’: così l’opera creata con i rifiuti dall’artista torna a essere rifiuto, attraverso l’opera di demolizione strutturale del pubblico, senza smettere di essere arte. Una performance con un retrogusto provocatorio, considerati i recenti atti vandalici alle sculture in città, quella organizzata sabato da Paolo Nicolai al Festival della Creatività C/Art - Creativi in dialogo del Comune di Carrara nell’ambito delle iniziative ‘Città creative Unesco’. Con la sua installazione, Nicolai ha messo in mostra l’infinito ritorno del processo creativo di una scultura attraverso una distruzione creativa seguita da una ricreazione diversa con gli stessi materiali riciclati. Lo spettatore è stato quindi chiamato ad assumere un ruolo attivo in questo processo. Sul ponte Baroncino due opere di archeologia moderna, realizzate dal calco del busto di Laocoonte, gruppo marmoreo conservato oggi ai Musei Vaticani: una ‘riciclata’ l’altra ‘da riciclare’. Sulla seconda, conservata in una teca in plexiglass, due martelli, a disposizione di chi volesse partecipare all’azione performativa, distruggendola. "Con i frammenti del Laocoonte – spiega l’artista – prenderanno vita nuove opere d’arte: dietro il gesto del disfare l’opera artistica c’è anche l’atto d’amore verso il Pianeta, riciclando i frammenti un numero infinito di volte e trasformando i presenti da spettatori a coprotagonisti, non facendoli rimanere semplicemente in vetrina con la sensazione di guardare senza potere fare nulla". Fondamentale è stato quindi il coinvolgimento in prima persona nella frammentazione facendo parte di una ecologia distruttiva che invoca una rigenerazione, perché le scelte di oggi determinano il mondo di domani".

L’evento ha causato l’esplosione del linguaggio materico: la statua è esplosa come esplodono tutti i materiali di cui era composta, marmo e plastica, tutti materiali arrivati alla fine del processo produttivo, non più utili, destinati a inquinare. "È stata l’apoteosi della trasformazione ciclica – chiosa l’amministratore unico di Cermec spa, Lorenzo Porzano, che ha patrocinato con Bencore l’evento – dove, ancora una volta gli scarti da rifiuti si faranno risorse".