NATALINO BENACCI
Cronaca

Una vita da... burattini Le marionette di Serena raccontano le favole e gli esseri umani

Nascono ora nel piccolo borgo di Castagnetoli nel Comune di Mulazzo i pupazzi che l’artista costruisce e fa poi recitare nei suoi spettacoli. Al centro ricreativo di Pontremoli l’incontro con i suoi personaggi.

Una vita da... burattini  Le marionette di Serena  raccontano le favole  e gli esseri umani

Una vita da... burattini Le marionette di Serena raccontano le favole e gli esseri umani

di Natalino Benacci

Sotto sotto c’è l’allegria. Basta guardare quei burattini esposti su un tavolo alla sede del Centro ricreativo comunale dove l’artista del teatro di figura Serena Cercignano ha raccontato la sua formazione davanti ad un parterre di anziani, ansiosi di tuffarsi nel magico amarcord. In bella mostra sono raggruppati un Lupetto, la Nonna, Cappuccetto rosso e la Morte. Poi le maschere Pulcinella, Teresina, Cesarina, Marisa, Rosalia e Anna. Infine poco distante capitan Battaglia. La compagnia di stoffa, legno e cartapesta è al completo. La burattinaia deve tenere testa alle sue creature, a volte ribelli, in attesa di farle diventare protagoniste di favole e paradossi immaginifici sul palco.

I burattini sono infatti dei pupazzi animati direttamente dalla mano della creatrice che dà loro voce nascosta dietro il palco. Ma il genio della burattinaia è sempre in agguato e suggerisce anche un cambio del copione in corso d’opera, ribaltando i ruoli dei personaggi. La gioia di osservare le avventure dei burattini è il sentimento che pervade la filosofia del “Teatrino di Puck“, creato nel 2017 da Serena Cercignano, attrice, cantante- rumorista, polistrumentista e artista di strada. Anche presentando spettacoli che affrontano temi complessi come la libertà, l’uguaglianza, i diritti umani, il sorriso esce sempre vincitore sul palco dove la satira diventa uno strumento di conoscenza e apprendimento.

Serena, napoletana di nascita e toscana di adozione, ha iniziato a formarsi nel 2005 al Piccolo Teatro di Pontedera, col maestro Tazio Torrini. La vita pisana l’ha portata a incontrare poi i maestri Federico Guerri e Franco Farina del Teatro Verdi, di cui ha frequentato i corsi di scrittura creativa. Nel 2013 con The English Theatre Company di Londra ha girato l’Italia in tour come protagonista nello spettacolo in lingua originale “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare e poi con “Macbeth”. Poi si è avvicinata al teatro di figura grazie alla collaborazione con Michela Cannoletta del Teatro a Dondolo. Nell’ultimo anno ha partecipato alle manifestazioni della Pro Loco ‘Mani e Menti’ di Pontremoli, ha conosciuto la Lunigiana e deciso di stabilirsi a Castagnetoli di Mulazzo.

"Ho visto nei burattini la possibilità di mettere in scena delle storie bizzarre sia della tradizione che nuove – racconta l’artista – Il burattino è la figura più vicina all’essere umano e può rappresentare sia la parte esteriore che quella nascosta. I burattinai sin dal Medioevo raccontavano vicende che rappresentavano il lato B della vita, insinuando negli ingranaggi del quotidiano il virus della fantasia. Pulcinella, maschera napoletana che rappresenta l’umiltà, attraverso la sua innocenza riesce in qualche modo a sconfiggere la morte, il gendarme e anche il potere che tenta di imporsi". In genere i burattini sono legati agli spettacoli per bambini, in realtà Serena racconta storie anche per gli adulti. "Nei testi che rappresento la cronaca è un suggeritore fondamentale – aggiunge – Un tema forte è l’immigrazione. Nello spettacolo ‘Eppur bisogna andar’, che ha vinto anche un concorso nazionale, ho cercato di esaminare il fenomeno attraverso tre burattini di altrettante regioni che si trovano nella stiva di una nave nella prima grande emigrazione italiana del 1886". Serena costruisce da sé i burattini, quanto ci vuole per realizzarne uno? "Dipende dal materiale. Quello di cartapesta una ventina di giorni, ma per altri di legno, vere e proprie sculture, anche due mesi".