Una vita da pendolare. Odissea da accorpamento

Il racconto di un’insegnante di un’Istituto lunigianese già dimensionato. Ieri il tavolo di confronto con la Provincia. Lorenzetti: "No secco alla delibera".

Una vita da pendolare. Odissea da accorpamento

Gli accorpamenti nell’occhio del ciclone: disagi per professori e personale

"L’esperienza insegna che quando arriva un accorpamento non è mai una cosa buona. Soprattutto se non c’è un piano organizzativo costruito a tavolino il rischio è quello di correre da un plesso all’altro come tante schegge impazzite". E’ questa una delle voci di chi sta vivendo sulla propria pelle uno degli accorpamenti che hanno interessato la provincia di Massa Carrara e i cui effetti si sono sentiti dall’entrata in vigore del dimensionamento con la prima campanella a metà settembre. Un vero e proprio gioco di incastri per permettere ai docenti dell’Istituto di "continuare a lavorare limitando i disagi". Perché "le distanze in Lunigiana sono ampie e la maggior parte delle strade nelle aree montane sono difficilmente percorribili soprattutto in condizioni meteo poco favorevoli. Perciò significa anche un’ora di viaggio in macchina per fare la spola da un plesso all’altro". L’insegnante, contattata da La Nazione (ha scelto di restare anonima per motivi di privacy, ndr), è perplessa: "Quest’anno l’Istituto è riuscito a coordinare al meglio la copertura delle classi. Ma se il prossimo anno dovessi trovarmi a fare la spola per completare la cattedra chiederò il trasferimento".

Intanto, proprio nella giornata di ieri si è tenuto un incontro ufficiale tra Provincia, dirigenti scolastici e sigle sindacali (Cgil Flc, Uil Scuola e Cisl Scuola) per discutere anche dei 4 accorpamenti in vista per il prossimo anno scolastico. "E’ assodato che proseguiremo sulla linea già espressa in precedenza. La Provincia non delibererà gli accorpamenti e tutti gli attori che sono intervenuti al tavolo sono d’accordo. I presidi, poi, hanno espresso la propria preoccupazione sulla ’tenuta’ territoriale poiché siamo già ridotti ai minimi termini con 12 istituti in reggenza e 13 senza il dirigente amministrativo titolare". Dunque la palla torna al mittente: la Regione. La Uil Scuola ha scritto direttamente al governatore Giani: "Chiediamo di respingere questi tagli perché la Toscana rientra pienamente nei parametri dettati dal Ministero. Tali tagli infatti sono frutto di numeri diversi da quelli pubblicati dallo stesso Ministero e dallo stesso Usr. In difesa dei posti di lavoro, per un nuovo contratto, per la tutela dei precari, abbiamo indetto assemblee nelle scuole il 31 ottobre".

Ilaria Vallerini