Variante Aurelia e rischio idraulico. Il ’Comitato del no’ torna alla carica: "E’ sulla cassa di espansione"

Lettera al vice ministro Bignami che ha parlato dell’importanza delle opere di prevenzione e mitigazione

Variante Aurelia e rischio idraulico. Il ’Comitato del no’ torna alla carica: "E’ sulla cassa di espansione"

Un sopralluogo di qualche tempo fa organizzato dal ’Comitato del no’ alla Variante Aurelia. Sulla arteria alternativa alla Aurelia esiste anche un ’Comitato del sì’

"La variante Aurelia non deve essere realizzata perché si costruirà sulla cassa di espansione dei fossi che provengono dalla collina". Lo scrive in una lettera inviata al vice ministro Galeazzo Bignami il Comitato per il ’No alla variante’, prendendo come spunto le recenti dichiarazioni del vice ministro sulla "importanza della realizzazione delle casse di espansione come strumento di prevenzione o mitigazione del pericolo nelle zone soggette a rischio idraulico".

"In coerenza – così il Comitato si appella al vice ministro– auspichiamo che si opponga alla realizzazione del progetto 1° Lotto della Variante Aurelia nel comune di Massa (che lei conosce per averne discusso con i cittadini in occasione delle ultime elezioni comunali) che prevede la costruzione della Variante proprio sulla cassa di espansione dei fossi provenienti dalla collina, con gravoso impatto in area a molto elevato rischio idraulico. Ricordiamo che il progettista Anas aveva prima indicato la necessità di costruzione di casse di laminazione, e successivamente uno scavo per il compenso dei volumi sottratti dal rilevato stradale alla libera esondazione, senza indicarne la localizzazione, i costi, i tempi di realizzazione o fonte di finanziamento. Dato che è certo il cambiamento climatico in corso è congruo non accettare le rassicurazioni del progettista che in successivi documenti scrive di procedere con espropri più ampi del necessario per avere la proprietà delle aree che subiranno l’aumento di rischio idraulico".

"Il lotto della variante – concludono – è pericoloso per il futuro e contrario al benessere della comunità che vive nella zona e costerà oltre 43 milioni di euro".