REDAZIONE MASSA CARRARA

Una “cittadella” per l’area dell’ex Olivetti, non solo industria ma anche servizi e cultura

Presentata la variante dalla nuova proprietà, gli imprenditori del marmo Mazzi e Maiello. Lino Giorgini e G2V Architetti i progettisti

Il progetto per l'area ex Olivetti

Il progetto per l'area ex Olivetti

Massa, 4 marzo 2025 – Una variante per l’area ex Olivetti-Synthesis era nell’aria da tempo. Le voci circolavano in città come nei corridoi di palazzo civico sin dall’anno dell’acquisizione dell’area da parte degli imprenditori del marmo Gino Mazzi e Paolo Maiello. Una superficie fondiaria complessiva di oltre 92mila metri quadrati fra via Catagnina, via Oliveti, via Acquale e via Tinelli, di cui quasi 36mila ‘edificate’. Era l’inizio del 2021. Poche settimane dopo si rincorrevano le ipotesi del possibile arrivo all’interno dell’area di realtà come Decathlon e Leroy Merlin. Serviva una variante già all’epoca, per poter realizzare questa operazione. Ma il progetto non si era mai sviluppato davvero anche se incontri e confronti ce ne sono stati. Alla fine del 2024 la proprietà Apuania Immobiliare Srl ha presentato all’amministrazione del Persiani-bis l’ipotesi progettuale da portare avanti. E’ vero, le previsioni del Regolamento urbanistico sono ormai scadute ma l’idea è quella di arrivare all’approvazione di una variante a Ru e Piano strutturale, muovendosi proprio dalla base di questi due documenti in fase di definizione.

Il progetto di riqualificazione, firmato dall’architetto Lino Giorgini e G2V Architetti di Seravezza, si propone di “ripianificare l’area in modo da consentirne il recupero ed il riutilizzo, che in considerazione delle dimensioni, delle particolari caratteristiche architettoniche e urbanistiche e delle condizioni di degrado, richiede la previsione di categorie d’intervento edilizio e l’insediamento di funzioni non prettamente industriali, non consentite dalle decadute disposizioni urbanistiche né, tantomeno, dalla condizione di area non pianificata”. Insomma, in soldoni il solo industriale non sarebbe più previsto ma bisognerebbe anche garantire nuove funzioni all’interno del compendio, cercando comunque di recuperare l’originaria configurazione urbanistica e architettonica, “riaffermando la vocazione industriale dell’area, ma superando l’originaria e non più attuale monofunzionalità, con l’insediamento di ulteriori funzioni direzionali e di servizio - anche d’interesse pubblico - e limitate attività commerciale”.

Si propone anche di “aumentare le potenzialità attrattive ed il carattere del luogo di aggregazione per eventi sociali e culturali”. Interventi che rispetteranno le caratteristiche storiche dell’industria Olivetti, eliminando invece gli interventi successivi, e anche le principali essenze verdi presenti, poi utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e ad alta efficienza per la produzione di calore, acqua calda sanitaria ed elettricità nonché misure (attive e passive) per il risparmio energetico, unitamente a misure volte all’efficienza per l’utilizzo delle risorse idriche e alla riduzione dell’impermeabilizzazione dei suoli.

I numeri. Secondo i progettisti, per dare concretezza agli obiettivi, la variante prevederà le seguenti proporzioni. Aree per la produzione: almeno il 50-60% dei volumi esistenti saranno riservati alla funzione industriale/artigianale, oltre agli spazi pertinenziali destinati a parcheggio, piazzali e aree verdi. Aree per attività sociali, culturali, direzionali, commerciali e sportive: potrà essere previsto un mix funzionale con la possibilità di insediamento di attività e spazi direzionali, micro-commerciali (piccoli negozi, librerie, bar, ristoranti, ecc.), aree fitness/sportive (palestre correlate con spazi all’aperto), attività culturali e sociali (museo, biblioteca, centro congressi, sale riunioni, ecc.). Aree verdi attrezzate, parcheggi, e zone sportive.