REDAZIONE MASSA CARRARA

Variante, la Cisl vota no: "Ma quella zona è già molto commerciale". Dubbi sui posti di lavoro

"L’appezzamento di terra in questione deve rimanere a uso industriale. Sono già state concesse autorizzazioni ’alternative’ senza progetti e investimenti".

Variante, la Cisl vota no: "Ma quella zona è già molto commerciale". Dubbi sui posti di lavoro

La variante Sogegross non s’ha da fare neppure per la Cisl ma il sindacato mette sotto la lente di ingrandimento anche l’attuale struttura della Zona industriale apuana dove ‘alternative’ al manifatturiero e artigianale ne sono già state autorizzate molte nel passato. Un’analisi approfondita quella che fa il segretario della Cisl, Andrea Figaia, sostenuto dalle categorie Fim dei metalmeccanici, Femca industrie chimiche, Filca edilizia e lapideo, Fit per la logistica e Fai per alimentari. Tutto parte dalla recente adozione della cosiddetta variante Sogegross da parte del consiglio comunale, per insediare il commercio all’ingrosso di fronte all’entrata dell’autostrada di Massa "vicino ad attività industriali, anche di recente espansione, della nautica", sottolinea il sindacato e prosegue: "La faccenda è controversa nel senso che l’area, inserita nel terreni della Zona Industriale Apuana, di fatto ne chiude i confini, un bordo ad angolo, sulla strada che sale verso il Carrefour, costeggiando, più a monte, il complesso per uffici e servizi bar e ristorante dell’Olidor. All’interno del perimetro vi sono varie concessionarie di primarie case automobilistiche, ovviamente con officina meccanica annessa; vi è anche la sede operativa di una società che si occupa di acquisire importanti quantità alimentari per poi prepararle in vista di una loro distribuzione logistica nel mercato. Vi è pure un MultiCinema. In pratica – evidenziano – la Zona industriale è diventata una gruviera, piena di enclave commerciali o poco ci manca".

Questa situazione però non deve portare a una polemica spicciola tout court per la Cisl: "Non vogliamo certo in questa sede, stracciarci le vesti. Chi lo fa chissà dove vive e probabilmente ha poca memoria. Come, sia chiaro, chi ritenga di essere senza peccato scagli o continui a scagliare la prima pietra. Dall’incontro con il sindaco di Massa, avvenuto unitariamente solo la mattina del giorno in cui il Consiglio comunale si è pronunciato favorevolmente, sembra anche che il numero delle nuove unità operative lavorative che verrebbero inserite nella struttura non sia, come si vocifera, ‘ben oltre le 50 unità’, ma nemmeno la metà, forse. L’attività da installarsi sembra chiaramente commerciale con lo stoccaggio di importanti quantità di merce alimentare, che verrà poi venduta e logisticamente portata a destinazione. Se questa società volesse, potrebbe agevolmente rifornire i propri clienti locali, partendo da La Spezia o da Pisa, dove ha già punti di stoccaggio con pochi assunti; basterebbe che si dotasse di nuovi venditori". Ma la situazione della Zia di oggi non può però evitare una bocciatura sul progetto da parte del sindacato, visto anche il parere negativo, non vincolante, rilasciato dal Consorzio Zia e dai suoi soci. "L’appezzamento di terra, ‘di bordo’, deve rimanere a uso industriale, considerando questa come la cosa più utile al territorio, al suo sviluppo, ai posti di lavoro che si potrebbero creare con insediamenti industriali di natura produttiva" conclude il sindacato evidenziando come sul territorio di Massa altre aree industriali o con tale vocazione siano state oggetto di acquisizioni immobiliari sui cui sviluppi spesso poco si sa e cita "Italcementi, ex Gesco e, da ultimo ma non meno importante per dimensioni la ex Unimin. Spesso nel disinteresse generale, senza spiegazioni, progetti, investimenti operativi nelle aree industriali di cui trattasi e non solo. E purtroppo senza, al momento, nessun ritorno occupazionale. Forse per l’origine degli investitori ci aspetteremmo almeno un intervento importante di filiera, ex legge 35, ma non siamo tanto sicuri. Di sicuro ci sono nuovi depositi di marmo che ospitano blocchi da vendersi e da lavorarsi altrove".