"La Variante Sogegross presenta aspetti di estrema gravità". Scelgono il contrattacco i consiglieri comunali del Partito democratico Enzo Romolo Ricci, Stefano Alberti, Gabriele Carioli, Giovanna Santi e Daniele Tarantino, dopo il voto in consiglio comunale passato sulla Variante Sogegross. Un consiglio che ha destato molte polemiche, anche sulla modalità di voto. E i membri non escludono di fare ricorso al Tar per fermare l’operazione dell’amministrazione targata Persiani. "Il primo – proseguono – è costituito dalla profonda debolezza dell’interesse generale che dovrebbe motivare, per legge, la variante. La possibile creazione di nuovi posti di lavoro è ampiamente superata da quelli che si perderanno nelle imprese degli altri grossisti danneggiate dalla variante e ancor più dall’effetto che l’introduzione del commercio all’ingrosso produrrà sul tessuto industriale sia in termini logistici sia in termini di compatibilità dei vincoli ambientali. Dunque la motivazione necessaria per derogare alla pianificazione generale a vantaggio di un singolo non c’è. Anzi il rischio reale è che questo inserimento generi la fuga di numerose altre attività produttive per le quali l’arrivo del commerciale impone moltissimi vincoli".
"In secondo luogo la variante che introduce superfici commerciali in una zona dove l’attuale piano non le prevede è chiaramente illegittima così come e’ risibile l’equiparazione delle attività di vendita all’ingrosso con la produzione industriale così come definita non da più o meno fantasiosi dizionari ma dalle regole scritte negli strumenti urbanistici approvati. Rimarcando l’ unicità della Zia e del Czia, la molteplicità di funzioni dislocate a caso, o meglio seguendo gli appetiti e gli interessi dei privati, confligge con una programmazione e una visione della Zia organica quale “ motore di sviluppo” e non di semplice contenitore di attività più disparate".
"Per inserire – concludono – un’attività commerciale serve un nuovo piano strutturale non certo una variante semplificata. Infine occorre rimarcare che l’area interessata dalla variante non è compresa nelle fasce di bordo previste dal Piano strutturale e quindi non può accogliere dimensionamenti commerciali. In estrema sintesi la variante è davvero un’operazione ad personam contra omnes".