Vela Un carrarese protagonista alle Olimpiadi

Guglielmo Vatteroni è team manager della squadra nazionale che si è portata a casa due medaglie nelle acque di Marsiglia .

Vela Un carrarese protagonista alle Olimpiadi

Da sinistra. Giacomo Cappè, Ruggiero Tita, Caterina Banti e Guglielmo Vatteroni

"Questa è stata l’Olimpiade più bella, con un bilancio molto buono perché oltre a due ori sono arrivati anche un quarto, due quinti e un sesto posto, ottenuti da equipaggi molto giovani. Mai la vela italiana era andata così bene e nel medagliere ha terminato al secondo posto dietro l’Olanda". A raccontare le recentissime imprese della vela nelle acque di Marsiglia, è il carrarese Guglielmo Vatteroni, team manager della squadra nazionale di vela, protagonista alle Olimpiadi di Parigi e rientrato dal sud della Francia. Uno dei pochissimi carraresi presenti alla manifestazione sportiva più prestigiosa, insieme ad un altro carrarese, il medico Gino Cappè, osteopata del team vela.

"Quella del team manager è una figura fondamentale della spedizione, a cui è demandata l’organizzazione della trasferta, la gestione della logistica, la sicurezza. Insomma, creare le migliori condizioni per atleti e tecnici che così devono solo pensare alle gare – racconta Vatteroni – Marsiglia è una città difficile, ma ci siamo organizzati bene a terra e a mare, mettendo in condizione atleti e tecnici di allenarsi e prepararsi al meglio per le regate. Le nuove classi olimpiche di vela sono sempre più impegnative e stressanti dal punto di vista mentale e fisico: si viaggia a ritmi elevatissimi, e la macchina umana deve essere calibrata e perfettamente efficiente".

E così l’Italia è tornata a casa con due medaglie d’oro, quella della coppia Ruggero Tita e Caterina Banti nel Nacra17 (il catamarano sportivo) che ha bissato il successo delle Olimpiadi di Tokio, i primi due azzurri a salire sul gradino più alto del podio olimpico per due volte consecutive in una qualunque classe della vela; e quella di Marta Maggetti nell’iQfoil (il windsurf che sostituisce il daggerboard con un foil, sollevando la tavola dall’acqua e aumentandone così la velocità).

Vatteroni racconta i successi azzurri: "ci siamo allenati nelle acque Marsiglia, nel campo di regata abbiamo avuto poco vento, ma le condizioni erano uguali per tutti. Non ci sono segreti, solo preparazione e talento, ma siccome ad una competizione di così alto livello questi requisiti li hanno tutti i partecipanti, alla fine contano i particolari – continua Vatteroni - Per la prima volta abbiamo avuto i tifosi vicino ai velisti: la spiaggia adiacente è stata organizzata per accogliere fino ad 8000 persone al giorno e tre maxi schermi trasmettevano dal vivo le regate". In barca a vela fin da bambino, Vatteroni è stato un atleta di vela dal 1971 al 1985 nel 470, poi è diventato istruttore di vela, quindi team manager. Alle Olimpiadi ha debuttato nel 1996 ad Atlanta e da quell’anno ha partecipato a sette Olimpiadi. E adesso si inizia a pensare a Los Angeles 2028.

Maurizio Munda