IRENE CARLOTTA CICORA
Cronaca

"Vi spiego la street art". Mr Save the wall crea un’opera dal vivo e sogna... Massa

Domani a Villa Cuturi la performance dell’asso del ’nuovo futurismo’. Lo hanno definito ’il Banksy italiano’, era un manager poi la svolta. "Sono un writer gentiluomo, che protegge i muri dove disegna".

"Vi spiego la street art". Mr Save the wall crea un’opera dal vivo e sogna... Massa

Domani a Villa Cuturi la performance dell’asso del ’nuovo futurismo’. Lo hanno definito ’il Banksy italiano’, era un manager poi la svolta. "Sono un writer gentiluomo, che protegge i muri dove disegna".

Creerà dal nulla, partendo da una tela bianca, un’opera d’arte contemporanea. Lui è Pier Paolo Perretta, meglio noto come Mister Save The Wall, esponente della post street art e del nuovo futurismo. Domani sera a Villa Cuturi si terrà il suo live show nell’ambito del festival “Luci e colori pop“.

Come si è avvicinato alla street art Pier Paolo Perretta e com’è diventato Mr Save the wall?

"Il mio avvicinamento all’arte urbana è stata frutto di un’incontenibile esigenza espressiva mentre svolgevo il mio lavoro di manager come vicedirettore generale di Confartigianato Imprese a Como. Il bisogno di libertà mi ha portato in strada con i miei messaggi provocatori e irriverenti e ironici, appunto liberi e firmati Mr. Savethewall".

Che messaggio c’è dietro la scelta di questo nome?

"Scendere in strada di notte, alle 3 del mattino con bomboletta spray in mano e un messaggio in testa sono una cosa, trovarsi di fronte a un muro intonso, magari storico, su cui farlo, un’altra. Il blocco a “imbrattarlo” con il mio graffito è stato di tipo culturale. Non potevo dipingere un muro così bello anche se il mio messaggio era potente e universale. Sono tornato a casa e ho disegnato su un pezzo di cartone, sono tornato in strada la notte successiva attaccandolo con del nastro adesivo in modo non permanente. Quella notte sono diventato “Mr. Salva il muro” e per tutti Mr. Savethewall. Una scelta che ha ripagato perché l’attenzione dei passanti era concentrata sul messaggio e la sua forza non era intaccata dal gesto vandalico. Sono stato considerato un ’writer gentiluomo’ e questa definizione mi si addice, sia in strada che nella vita".

Domani la creazione di un’opera live a Marina di Massa. Che emozioni spera di trasmettere?

"Vorrei ripercorrere brevemente come si compie la scelta di lasciare il certo per l’incerto facendo poi della propria passione il proprio lavoro. Contemporaneamente far vedere come opera uno street artist attraverso la tecnica dello stencil; spiegare come si oltrepassa la riga, o meglio, come si scavalca il muro della strada per entrare in quello delle gallerie d’arte. Il rapporto tra arte e denaro attraverso una performance molto convincente che arriverà a spiegare perchè un “balloon dog” (cane fatto con un palloncino gonfiabile dai clown per intrattenere i bambini) possa arrivare a essere considerato arte e a costare/valere 58 milioni di dollari. Sarà divertente: É una performance collaudata che porto in giro da tempo e che coinvolgerà nel ragionamento anche il pubblico presente".

Se dovesse realizzare un’opera ispirata a Massa, quale suo aspetto o monumento sceglierebbe?

"Partirei dal gioco di parole che vede “Massa” implacabile in svariate declinazioni e doppi sensi… ad esempio il tema linguistico di “Andare a Massa”: un collegamento non previsto tra un conduttore e la terra (o massa). Il cortocircuito energetico. Oppure “massa critica” o “massa sociale” oppure “massa mediatica”. Quasi quasi ci penso davvero…".

A chi appartiene la street art?

"La street art appartiene alla strada. Questa è una regola non scritta. Quando uno street artist dipinge in strada come atto di ribellione illegale, anonimo, antisistema… è di chiunque ne fruisce".

È un genere ormai trasversale?

"La street art, e la sorella più grande urban art, sono sicuramente un genere trasversale e a questo si deve il loro successo. Chiaramente c’è una storia, un artista che ha dato inizio (Taki 183) e altri che lo hanno evoluto dagli anni 60 ad oggi. Il primo ’urban artist’ risale a 40mila anni fa e il suo graffito oggi si può vedere a Lascaux, in una famosa grotta. Il primo graffito, e il primo artista urbano della storia, è anche quello che apre tutti i libri di storia dell’arte. Più trasversale di così: direi addirittura universale".

Le sue fonti di ispirazione?

"Tante. Potenzialmente tutto. Un filone inesauribile è il genere umano. Sono un appassionato di linguistica, antropologia, etologia del comportamento umano, sociologia, psicologia, filosofia. La famiglia è per me il nucleo fondante della società attuale e il mio pensiero parte da lì per estendersi alle sue derive".

Così come gli Impressionisti furono inizialmente osteggiati prima del loro successo, qual è il futuro dell’arte di strada?

"Esattamente il medesimo: osteggiati proprio perché la tela degli street artist è il muro cittadino, la cosa pubblica… Ma il messaggio e la bellezza di certe opere ora sono universalmente riconosciuti e addirittura “usati” per riqualificare aree degradate di periferie grigie e dimenticate. Il turismo degli appassionati di arte urbana cresce esponenzialmente a livello mondiale e non più solo le periferie si sono fatte teatro di questa bellezza performativa e artistica, bensì anche le grandi metropoli, come Londra, Berlino, Bruxelles, Parigi… New York ecc.. che possiedono veri e propri musei di arte urbana pubblici e a cielo aperto. Ho sentore che Massa può dire la sua anche a questo riguardo! Grazie all’arte urbana si vive l’arte (davvero) democratica, accessibile a tutti, ancora meglio se diffusa".

Vede possibile un giovamento per la città se dovesse decidere d’investire in maniera significativa in questa direzione?

"Questo inverno ho letto l’articolo del NYT ha dedicato alle città da visitare nel 2024 e mi ha fatto piacere trovare anche Massa. È notevole il fatto che Massa sia stata considerata adatta al progetto Uffizi Diffusi che, a dispetto di quello che poteva sembrare, non è solo un evento a spot bensì parte integrante di un disegno preciso e di ampio respiro. Come dicevo prima, investire nell’arte è sicuramente uno degli step necessari per distinguersi e creare attrattiva per una città con vocazione turistica. Un plauso alla pubblica amministrazione perché questo tipo di iniziative sono complesse nella gestione e necessitano di una comunione di intenti, un project management solido che a Massa evidentemente c’è. Ho fatto una breve chiacchierata con il delegato ai rapporti con le Galleria degli Uffizi Thomas Santi Cassani, che mi ha illustrato il progetto che sta provando a realizzare, molto ambizioso, ma con un’ottima visione d’insieme".